Categoria:
letteratura di viaggio
Sabato 1 Aprile 2017
Ci svegliamo ancora provati dal giorno prima. Io e le mie colleghe volontarie Giada e Lavinia siamo a Saint-Louis, nel nord del Senegal, ospiti in casa di altri colleghi volontari. Ieri siamo partiti da casa nostra, a Mbour, a circa 250 km. da qui.
Il viaggio è cominciato dalla Gare Routière di Mbour, dove abbiamo preso un 7 places fino a Thiès, capoluogo dell’omonima regione. I 7 places sono...CONTINUA...
La N5 è una delle sette strade nazionali senegalesi e collega la città di Kaolack, capoluogo dell’omonima regione, a Bignona, in Casamance, passando per il Gambia: questa è la nazione più piccola dell’Africa continentale e se guardate una mappa sarà probabilmente la prima cosa che noterete, un cuneo stretto e lungo che taglia in due il Senegal e che dà quasi fastidio alla vista.
Sokone si trova a 40 chilometri a nord...CONTINUA...
In wolof, la lingua maggioritaria in Senegal, Keur, pronunciato kœr, significa “casa”. Una bella coincidenza vuole che in francese la parola cœur si pronunci allo stesso modo e voglia dire “cuore”. Come spesso accade, il nesso tra questi due concetti l’avevano già capito gli antichi romani, fu infatti Plinio il Vecchio a dire che “La casa è dove sta il cuore”.
In Senegal la casa e la famiglia...CONTINUA...
I numeri ufficiali dicono che a Mbour abitano circa 181.825 abitanti, tuttavia è lecito pensare che ce ne siano molti di più. Centro urbano più importante della Petit Côte, la fascia costiera a sud di Dakar, secondo porto ittico dopo quello della capitale, crocevia obbligato per chi è diretto a sud e principale centro economico durante il periodo coloniale: queste alcune delle sue caratteristiche principali.
Le origini...CONTINUA...
Zugunruhe. È a pagina centoquarantaquattro di “Salam è tornata” che leggiamo una delle parole chiave del libro: l’inquietudo migratoris – tradotta così in un termine scientifico tedesco – che ha motivato il biologo naturalista, e ora scrittore, Gianluca Serra a prendere armi e bagagli, abbandonare la prospettiva di una tranquilla carriera accademica e a dedicarsi concretamente alla conservazione della natura nei paesi in via di sviluppo. Lo “zugunruhe” lo ha portato quindi ad occuparsi di un progetto di cooperazione internazionale finalizzato a creare una riserva naturale nel deserto di Palmira...CONTINUA...
Mbour, domenica 15 gennaio 2017 – 17:15
Intorno alle sei e mezza vengo svegliato da una cacofonia simile a quella di una mandria che muggisce. Sono ancora mezzo assonnato ma capisco subito che si tratta del richiamo alla preghiera: ogni muezzin chiama i propri fedeli dalla moschea con l’aiuto di potenti altoparlanti. Nulla di male in sé, diciamo che è l’equivalente delle nostre campane. Esattamente come capita da noi però, non...CONTINUA...
Touba, venerdì 13 gennaio 2017 – 21:56
Sapevamo di non stare andando in un posto qualunque del Senegal. La conferma ci arriva alla gare routière: il cartello che indica la corsia delle auto dirette a Touba è diverso dagli altri ed è decorato con il disegno del minareto della grande moschea. Anche i soliti autisti insistenti sono subito ammutoliti quando abbiamo detto dove andavamo. Touba non è un posto dove i bianchi infedeli...CONTINUA...
Ho conosciuto Alessandro nel dicembre del 2014 a Baku, in Azerbaigian: come me, anche lui si trovava là grazie ad una borsa di studio dell’Università Ca’ Foscari. Persona tranquilla e pacata, appassionato di musica metal e di lingue, il suo accento era piuttosto neutro e non riuscivo a capire da che parte d’Italia venisse: la risposta fu “da Stacciola”.
Stacciola? Mai sentito, non avrei nemmeno saputo dire in che regione si trovasse...CONTINUA...
Cosa vuol dire viaggiare in modo solidale? Andare solo in paesi poveri? Visitare scuole, orfanotrofi e ospedali struggendosi delle loro condizioni precarie? Fare una vacanza alternativa per poi ripartire con la coscienza pulita perché si è fatto qualcosa di buono?
Nessuna di queste cose. Viaggiare in modo solidale vuol dire fare attenzione all’impatto che si crea quando si visita un determinato luogo. Non è una scelta da fare alla...CONTINUA...
Giorno 2:
Ci svegliamo intorno alle otto, freschi come rose. Dormire qui, con solo il rumore dell’acqua, è veramente un piacere.
La colazione è a base di pane e marmellate locali: tra queste quella di mango e pain de singe, pane di scimmia, il frutto del baobab, l’albero simbolo del Senegal.
Il programma della mattinata prevede come prima attività un giro in piroga fino alla Langue de Barbarie, la striscia...CONTINUA...
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