Categoria:
Narrativa
Vita degli elfi non si sa dove metterlo. Non mettiamolo da nessuna parte. Mettiamocelo in testa.
Partendo da questo presupposto saltiamo tutta quella parte in cui cerchiamo senza successo di decidere se è o no un fantasy, se è o no bello come i precedenti dell’autrice (capolavori o delusioni che siano), se è o no più realistico che onirico. Più che altro perché non ce ne frega niente a conti fatti. L’unico dualismo che interessa, in base alle mie convinzioni di lettrice, è quello che sta dentro...CONTINUA...
Storia di Marco e di un gabbiano
Marco è un ragazzo di diciassette anni, che vive a Piombino. È un adolescente alla ricerca di se stesso e del proprio posto nella vita. Si sente inadeguato, vive appeso ai sogni e alle canzoni degli amati cantautori (Guccini, De Andrè, Vecchioni, De Gregori), che sembrano esprimere in pochi versi quell'infelicità che si porta dentro. Marco...CONTINUA...
La critica letteraria, e non solo quella letteraria, da tempo si è cimentata nel distinguere la comicità dall'umorismo. Secondo Bergson la comicità nasce da un "contrasto tra meccanicità e vita" e quindi da un capovolgimento di regole e convenzioni; mentre Pirandello, nel suo celebre "Saggio sull'Umorismo" (1908), ha affermato che è il sentimento del contrario, con l'assenza o la presenza di riflessione, a identificare la comicità oppure l'umorismo. Fatta questa premessa, di primo acchito, non possiamo dire se il romanzo di Rodaan Al Galidi si possa classificare...CONTINUA...
Paolo Zardi, di cui avevo già letto la raccolta di racconti Il giorno che diventammo umani, con XXI secolo, edito dalla Neo Edizioni come altri suoi libri, fa il suo secondo passo nel mondo dei romanzi (e viene candidato al Premio Strega 2015). Lo fa da scrittore di racconti, strutturando i capitoli come, appunto, racconti...CONTINUA...
Lo stridore tra la materia e la forma, in "Bianca da morire", fa quasi male. Perché la materia del romanzo di Elena Mearini è fatta di disagio giovane e ferocia latente mentre la forma (ossia le parole per esplicitare la materia) pare d'ovatta e piume. Un linguaggio che gongola nel puro lirismo. Forse troppo enfatico, persino fastidiosamente enfatico. Scrivere un romanzo come fosse opera in versi non è semplice ed il rischio di ridondanze e forzature è perennemente in agguato. Un equilibrio complicato che, per forza di cose, può sfibrare chi legge o affossarlo in una pozza di allegorie e visioni...CONTINUA...
Roberto Bioy Fälscher, nell'introduzione al numero quattro di "Effe", ricorda le "Storie segrete", ovvero "racconti scritti a mano o stampati in ciclostile da autori anonimi, che riuscivano a evadere i controlli della temibile commissione del Glavit" (organo di censura sovietico "che decretava chi fossero gli intellettuali nemici del popolo"); e poi, tornando alla realtà italiana, conclude affermando che "certo, questo volumetto non deve fare i conti con nessun Regime o censura programmatica, ma anche oggi come allora - talvolta - per leggere una narrativa buona e diversa dal solito, occorre comunque...CONTINUA...
"Io sono etrusco e a noi i maya e gli atzechi ci fanno una sega. Comunque niente di tutto questo. Mi ha fatto capire che la corsa è truccata. Ma non so se scherzasse o se parlasse sul serio" (pp.180). Così l'ex ciclista Eugenio Bollini che per l'occasione - quella corsa che non si capisce bene se sia taroccata o meno - non è più ex ma è tornato a inforcare la bici e a sfidare un gruppone incredibile di campioni ed ex campioni delle due ruote. Otello Marcacci, in "Gobbi come i Pirenei", aveva già raccontato le vicissitudini di questo gregario vispo e dotato di una...CONTINUA...
“Era evidente che mi credevano un idiota. Gli idioti mi credono sempre un idiota.” Si riassume perfettamente in questa frase la vita di Rick, il protagonista di quest’ultimo piccolo capolavoro di delicatezza di Jakob Arjouni, uno che sapeva parlare di violenza con la profondità e la dolcezza di un cantastorie. Rick, dicevamo, il protagonista di Cherryman dà la caccia mister White. È un ragazzotto di provincia, uno di quelli a modo, educati, gentili, remissivi, coltivatori di sogni grandi ma non troppo. In provincia, si sa, nell’uggia compatta di una cittadina come Storlitz, si aggirano...CONTINUA...
Autoassolversi: una tendenza molto umana e piuttosto contemporanea. Solitamente la buona fede non c'entra e nemmeno la relatività degli eventi. Picchiare una donna, fosse anche per una volta sola, è un gesto squallido a prescindere. Ma è più comodo pensare che la donna, probabilmente, se la sia andata a cercare. Così come è comodo credere che trasportare clandestini nascosti in un Tir da una frontiera all'altra d'Europa sia un gesto epico. Non si tratta di punti di vista alternativi, ma di visioni totalmente distorte della realtà. E il protagonista del breve romanzo...CONTINUA...
Jonathan Safran Foer è nato nel 1977. "Ogni cosa è illuminata", il suo romanzo d'esordio, è stato pubblicato nel 2002. Foer è nato a Washington e vive a New York. "Ogni cosa è illuminata" è ambientato in Ucraina. Jonathan Safran Foer appartiene ad una famiglia ebrea laica e, a vent'anni, ha deciso di intraprendere un viaggio verso l'Europa orientale alla ricerca delle proprie origini. "Ogni cosa è illuminata" ha preso spunto, evidentemente, da tale esperienza. Inutile girarci attorno: "Ogni cosa è illuminata" è un romanzo fuori da molti schemi. E' spiazzante e spettacolare, dissacrante...CONTINUA...
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