Bonazzi Stefano

A bocca chiusa

“A quell’età, un ragazzino, dimentica presto tutto o quasi tutto, specialmente le cose spiacevoli” (pp.63). Questa la voce narrante presente nella prima parte del romanzo “A bocca chiusa”, che probabilmente, nel linguaggio di un’autentica critica letteraria, potrebbe venire ricondotta alla categoria di un narratore “interno non onnisciente”. Una prima persona non onnisciente e, nel caso specifico, ignara del futuro. Da lì a poco al ragazzino narratore e a noi lettori sarà infatti svelato il significato – tragico e raccapricciante – del titolo “A bocca...CONTINUA...

Schoenewaldt Pamela

Straniera

Opi è un comune marsicano. Io sono marsicana. Molti non sanno nemmeno cosa sia e dove sia la Marsica, segno evidente che la mia terra sia sconosciuta ai più. Lo è da secoli, d'altro canto. Opi è un paese piccolissimo, abitato da quattrocento persone, più o meno. Un borgo molto caratteristico incluso nell'area protetta del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Se dovessi immaginare Opi nella seconda metà dell'800 lo vedrei molto simile al mio paese negli stessi anni: povertà diffusa, gente...CONTINUA...

Matayoshi Maximiliano

Gaijin

Il termine “gaijin”, titolo del romanzo d’esordio di Maximiliano Matayoshi, è parola di origine giapponese che alla lettera significa “straniero”, persona esterna, con una connotazione sostanzialmente negativa. Una parola che il giovanissimo protagonista pronuncia più volte nel suo Giappone del 1950, precisamente nell’isola di Okinawa: pochi anni dopo la disfatta della seconda guerra mondiale il Paese del Sol levante è ancora in gran parte occupato e gli occidentali agli occhi dei vinti appaiono ancora arroganti, vittoriosi senza alcun merito. Ma guai a pronunciare con troppa disinvoltura...CONTINUA...

Papa Francesco

Malattia, sofferenza e unzione degli infermi

L’incontro con la malattia e con la sofferenza in generale è uno dei gradini più difficili da salire nell’esperienza umana. C’è chi su quelle scale ci passa l’esistenza, perché costretto dagli eventi della propria vita o di quella dei propri cari e chi sceglie di fermarsi accanto a chi soffre, di fare un pezzetto di strada, di condividere un cammino aspro e faticoso per guarire, attraverso la comunione con il malato, anche le proprie ferite. Il libretto che viene proposto raccoglie stralci (e non i testi completi) di riflessioni, o di indirizzi di saluto...CONTINUA...

Shinkai Makoto

Weathering with you

Cosa nasconde il cielo? Quali e quanti misteri cela alla vista di coloro che lo osservano da quaggiù? Quali e quanti destini vi sono connessi? E se oltre le nuvole ci fosse un mondo altro, parallelo e complementare, un ecosistema accessibile solo a chi, investito di un qualche potere che trascende quello dei comuni mortali, potesse dominare il tempo atmosferico e le sue leggi sovente imperscrutabili? Tanto da incidere, attraverso una semplice preghiera, sui comportamenti e gli stati d’animo della gente. La nuova attesa pellicola di Makoto Shinkai, dopo il successo planetario di Your Name, sembra interrogarsi proprio su questo, su come il tempo atmosferico, influenzato...CONTINUA...

Di Monopoli Omar

Uomini e cani

Da lunedì a sabato, una settimana meno un giorno. Questo è l'arco temporale in cui si dipana la storia di "Uomini e cani". Un titolo che richiama, per una consonanza più che evidente, il celebre "Uomini e topi" di John Steinbeck. Il romanzo che ho letto è quello ripubblicato per Adelphi nel 2018 non quello originario di ISBN del 2007. Per l'edizione più recente, l'autore ha provveduto a compiere un lavoro di restyling che, onestamente, non so quanto abbia stravolto la prima versione di "Uomini e cani". Ciò che so è che mi sono ritrovata immersa nelle descrizioni tracimanti e sanguigne di una terra lacerata e sconsolata, tra le parole meticce di gente che delinque perché non ha altra scelta...CONTINUA...

Airaldi Gabriella

Il ponte di Istanbul

“Degli emisferi che sono infiniti e da infinite linie son divisi in modo che sempre ciascuno omo n’ha una d’esse linie l’un piede e l’altro. Parleransi e toccheransi e abbraceransi li omini, tanti dall’uno all’altro emisperio e ‘ntenderansi i loro linguaggi” (pp.86): questa la citazione di Leonardo da Vinci che conclude il breve libro di Gabriella Airaldi. E come spesso accade è proprio alla fine, al momento di tirare le somme, che meglio si coglie il significato, o almeno uno dei significati principali che caratterizzano lo spirito dell’opera. “Il ponte di Istanbul” è indubbiamente...CONTINUA...

Fontana Sergio

H Memorie di Eracle

Eracle, un emblema della forza fisica, talvolta brutale, un semidio soggetto a scatti d’ira (in verità spesso indotti della dea Hera, che lo odia) e facile al delitto. Nel mio immaginario non amavo molto questo personaggio, preferendogli divinità più raffinate come Apollo o Atena. Non sospettavo che Eracle avesse anche un ruolo di eroe civilizzatore e di primo geografo. Ci voleva questo dettagliato romanzo di Sergio Fontana, del quale avevo già apprezzato il libro per ragazzi CONTINUA...

Torre Mattia

La linea verticale

Viviamo in un’epoca di notevole spettacolarizzazione della malattia e dei suoi esiti – talvolta pure infausti. Pensiamo ai recenti outing  della compianta presentatrice di Le iene, Nadia Toffa, o della cantante Emma Marrone. Messaggi di grande forza e intensità emotiva: tutto bene pensiamo ma talvolta, di fronte al rischio di una certa banalizzazione che promana dal circo massmediatico, ci viene da rimpiangere quando la malattia era una metafora (Il male oscuro di Giuseppe Berto, o il “mal sottile”, da Ippocrate e su fino a Thomas Mann). Susan Sontag ci ha liberati dalla prigionia della metafora («La maniera più sana di essere malati è quella più libera...CONTINUA...

Gri Pier Giorgio

Intrecci del tempo presente

La Storia, quella con la S maiuscola, più che i vincitori, la fanno i confini (decisi, è vero, da chi ha vinto, ma non sempre o non del tutto, perché spesso i tavoli dei trattati distano centinaia di chilometri dalle zone contese): può ben dirlo chi  ci vive a ridosso e ha imparato da sempre a guardarsi le spalle. Il confine è anche naturale, spesso montuoso, impraticabile agli inesperti. Forgia caratteri guardinghi, sospettosi, poco inclini alla dolcezza: la fatica di trarre sostentamento da terre difficili e impervie condanna chi vive in questi luoghi a una durezza d’animo che supera i legami di sangue, e quelli del cuore. La storia, quella piccina, invisibile, la fanno gli uomini, le donne...CONTINUA...