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nazismo
E se a Mussolini, una mattina del 1924, subito dopo essere sceso dal letto, fosse preso un colpo e fosse morto? E se la Repubblica Italiana fosse nata nel 1938, subito dopo l'abdicazione e la fuga in Egitto di re Vittorio Emanuele III? E se non ci fosse stato il nazismo né la Shoah? Non è il gioco dei se, è letteratura. Si tratta quindi di allettanti possibilità e, si sa, l'ambito del possibile è ben più ampio e seducente di quello dell'improbabile. Il fatto che tali eventi non siano realmente accaduti non toglie nulla alla loro rilevanza eventuale e al loro fascino. Ed Elena Loewenthal ha saputo...CONTINUA...
Neppure gli amanti del calcio autentico, quello che ha fatto storia e che non si scolla da trionfi e nomi memorabili, possono esimersi dalla colpa di aver dimenticato Arpad Weisz. Il suo nome, che pure ha fatto brillare per alcuni campionati l'Inter e il Bologna, sembra essere stato rimosso senza troppi sforzi. Chi è Arpad Weisz? Ce lo racconta, in maniera appassionata e con dovizia di dettagli, il giornalista Matteo Marani. Mi sono avvicinata a questo libro, nascosto sotto una pila di altri, perché ho notato che il titolo conteneva la parola Auschwitz e, come sempre, i miei occhi si incollano...CONTINUA...
Chi avesse già letto "Il rogo di Berlino", come la sottoscritta, non può aver dimenticato le pagine in cui Helga Schneider racconta il suo incontro con Adolf Hitler. Ed è proprio a questo evento personale, inquietante ed affascinante allo stesso tempo, che è interamente dedicato "Io, piccola ospite del Führer". Un libro breve ma molto denso e sentito. L'incontro con il Führer avvenne nell'inverno del 1945, poco prima della disfatta. Berlino è una città devastata. I berlinesi, compresa la piccola Helga, sopravvivono alla guerra e ai continui bombardamenti rifugiandosi nei sotterranei o nelle cantine...CONTINUA...
La parola "ebreo" entra per la prima volta nella vita di Rosetta Loy quando lei è una bimba di pochi anni. Da un appartamento al di là di Via Flaminia numero 21, dove vive, è in corso una festa. Un battesimo? Chiede ad Annemarie, la sua Fräulein. No, in quella casa festeggiano una circoncisione perché sono ebrei. "Anche la signora Della Seta è ebrea. Abita accanto a noi: è vecchia, così almeno sembra a me. Quando sono malata viene a trovarmi, io ho la febbre e il mio corpo scompare nel grande letto matrimoniale in camera della mamma. La signora Della Seta ha i capelli grigi raccolti in una retina...CONTINUA...
Il romanzo di Sarah McCoy profuma di pane, di zenzero e cannella, di dolci glassati che col loro aroma aiutano ad affrontare anche le tragedie più terribili e i ricordi più dolorosi. Le edizioni Nord ci propongono, come ne “CONTINUA...
Sottotitolo: "La storia di Moshe Bejski, l'uomo che creò il Giardino dei giusti". Nei pressi di Gerusalemme c'è un luogo molto speciale che si chiama Yad Vashem, noto mausoleo commemorativo della Shoah. Lì si trova anche il Giardino dei Giusti nel quale, dal 1962 (anno della fondazione), si è deciso di piantare un albero di carrubo in ricordo di ogni giusto che ha rischiato la propria vita per aiutare gli ebrei. Il compito di scegliere le persone a cui attribuire tale riconoscimento è affidato...CONTINUA...
Un giorno potrebbe capitarvi di andare nel Ghetto di Roma. Una volta giunti, camminerete verso il Portico di Ottavia, un luogo che personalmente amo molto. A pochi passi dal Portico di Ottavia, sulla facciata della Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, troverete affissa su un muro una targa in marmo bianco che riporta una data: 16 ottobre 1943. Quel giorno, a partire dalle cinque e mezzo del mattino, iniziava...CONTINUA...
Leggendo "Il violino di Auschwitz" mi sono tornate alla mente alcune scene del film "Il servo ungherese" di Giorgio Molteni e Massimo Piesco. Mi riferisco alle sequenze che mostrano un gruppo di deportati costretti a suonare per il diletto dell'ufficiale SS che controlla il campo di sterminio in cui sono rinchiusi. Uomini ridotti allo stremo eppure indotti a riprendere in mano strumenti musicali abbandonati da tempo e a suonarli perché il loro aguzzino vuole divertirsi...CONTINUA...
Vera Stein, questo è il nome della protagonista di "Lettera da Francoforte". Dietro il nome di Vera, però, ci sono i ricordi e la vita di Edith Bruck la quale, anche in questo breve romanzo, non può non far riferimento alla sua esperienza di sopravvissuta alla Shoah. Il "motore" che dà vita alla storia è, tutto sommato, abbastanza semplice: Vera cerca di ottenere dal governo tedesco il risarcimento che le spetta per essere stata imprigionata ad Auschwitz, Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt, Bergen-Belsen.
Vera vive a Roma, è sposata e lavora come disegnatrice ed illustratrice...CONTINUA...
Ne "La baracca dei tristi piaceri" Helga Schneider ha centrato alla perfezione titolo ed argomento. Peccato che, a mio avviso, abbia sbagliato tutto il resto. Il romanzo, uscito per Salani nel 2009 e ripubblicato da TEA nel 2012, si sofferma su uno degli aspetti più inquietanti e meno noti dei campi di sterminio nazisti: la presenza di bordelli. I nazisti, per motivi di igiene razziale, consideravano la prostituzione un reato punibile con la reclusione eppure "Nel 1943 Himmler prese la fulminante decisione di far allestire dei bordelli nei più grandi campi di concentramento. Quello di Buchenwald...CONTINUA...
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