Categoria: letteratura francese

Jinan

Schiava dell’Isis

Isis: soggetto che riempie gli scaffali delle librerie. Giustamente, direi. E, fatte le dovute distinzioni, rimane una materia di cui dovremmo conoscere e capire il più possibile. Anche io ho letto alcuni saggi sull'Isis con l'intento di comprendere un po' più approfonditamente una materia che tende a rimanere confusa, distante o raccontata spesso in maniera parziale o vaga. "Schiava dell'Isis" è stato un regalo: chi mi conosce ha associato l'interesse che nutro da sempre per la condizione femminile al mio intento di capire certe dinamiche dello...CONTINUA...

Ernaux Annie

L’altra figlia

L'altra figlia del titolo è, per la Ernaux, una sorella maggiore di cui nulla ha saputo fino ai dieci anni. Ginette, una sorella dal nome che sa d'antico e morta di difterite nel giovedì santo del 1938 a soli sei anni. Una sorella che la scrittrice normanna non ha mai conosciuto se non attraverso alcune sparute foto sbiadite dal tempo. Ed è a lei che Annie Ernaux si rivolge attraverso questo libro più volte definito "lettera" dalla stessa autrice. Scrivere ad una bambina morta, scavando dentro la propria esistenza di sorella vivente (o sopravvissuta), tra i ricordi d'infanzia più semplici e per...CONTINUA...

Salvayre Lydie

Non piangere

Un romanzo, un mémoire, un'autobiografia, una saga familiare, una denuncia, un resoconto storico. Dentro "Non piangere" c'è tutto questo. E forse qualcosa in più, per chi sa leggerlo e scovarlo. Lydie Salvayre ha il talento e l'ispirazione delle buone scrittrici, ha l'originalità e la forza di chi è nata per raccontare. In "Non piangere" (premio Goncourt) la scrittrice francese, dalle inequivocabili radici spagnole, ha saputo mescere ed incastrare due grandi storie: quella tutta personale, per questo intima e speciale, di sua madre Montse e quella sicuramente più famosa, ma altrettanto intima e...CONTINUA...

Barbery Muriel

Vita degli elfi

Vita degli elfi non si sa dove metterlo. Non mettiamolo da nessuna parte. Mettiamocelo in testa. Partendo da questo presupposto saltiamo tutta quella parte in cui cerchiamo senza successo di decidere se è o no un fantasy, se è o no bello come i precedenti dell’autrice (capolavori o delusioni che siano), se è o no più realistico che onirico. Più che altro perché non ce ne frega niente a conti fatti. L’unico dualismo che interessa, in base alle mie convinzioni di lettrice, è quello che sta dentro...CONTINUA...

de Staël Madame

Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau. Riflessioni sul suicidio

L'iniziativa della Casa Editrice Bibliosofica di pubblicare "Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau" e "Riflessioni sul suicidio" ha sostanzialmente due meriti. Innanzitutto il fatto stesso di aver recuperato, con nuova traduzione di Andrea Inzerillo, due dei tre saggi di Madame de Staël che videro la luce nel 1814 subito dopo il ritorno della scrittrice a Parigi. Altro merito è poi quello di aver voluto proporre  un'ampia introduzione, "Ricordo di Madame de Staël", a cura di Livio Ghersi: oltre cinquanta pagine che delineano con grande chiarezza le peculiarità biografiche...CONTINUA...

Alexie Sandrine

Kawa il Kurdo

“Prima si diceva ciò che era; e tutto ciò che era veniva detto. Per primo Zohak mentì sul mondo, per conformarlo alla sua volontà […] in seguito, ciò che veniva detto senza essere diventava più reale di ciò che era senza venir detto“, p. 15. Zohak (o Zahhak o Azhi Dahaka) nella mitologia iranica, tramandata dai testi dell’Avesta e nella letteratura zoroastriana, è l’archetipo del maligno; è il demone simbolo del dominio Assiro-Babilonese sui Persiani. Nella monumentale sistemazione del patrimonio narrativo iranico data dallo CONTINUA...

Sade

Diario inedito

“Il 17 Madame di ritorno da Pechino inzucchera un po’ a Mosè la faccenda delle sue favole. Si segnala il 4 e il 3 (vedere il significato)” (pag. 35). Una frase apparentemente insensata come questa riassume forse tutta la disperazione e le manie con cui il terribile marchese De Sade convive a pochi anni dalla sua morte, quando si trovava rinchiuso per oscenità in un manicomio nel quale non sarebbe sopravvissuto. Le guardie spesso entravano nella sua stanza e sequestravano i suoi quaderni, li leggevano, si disgustavano, lo schernivano. Perché l’ordine era preciso: quel mostro non doveva scrivere...CONTINUA...

Mabanckou Alain

African psycho

Al principio fu "American psycho". E' il 1991 e Bret Easton Ellis, scrittore e sceneggiatore statunitense, mette a punto il personaggio di Patrick Bateman, un giovane colto, ambizioso e di talento che di notte si tramuta in un omicida senza controllo, capace di trasgressioni e violenze inaudite. Bateman è uno psicopatico perfetto, un assassino impeccabile, un "eroe" fatto e finito. Poi venne "African psycho". E' il 2003 e Alain Mabanckou inventa...CONTINUA...

Burette Théodose

Fisiologia del fumatore

  Il lettore non deve equivocare: "fisiologia", nel caso del libello di Théodose Burette, ha davvero poco a che vedere con lo studio di un organismo vivente, e nello specifico dell'organismo di un fumatore. E' vero che si legge di un improbabile "procedimento disinfettante" (pp.85) e di mirabilie medicinali contro il colera e lo scorbuto; ma la sostanza di questa "fisiologia" è ben altra. L'opera dello storico Théodose Burette, come ci ricorda Mara Bevilacqua nella colta e ampia introduzione, segue la scia di altre physiologies francesi della prima metà del XIX, ovvero piccoli libri economici...CONTINUA...