Le vicende dei manoscritti sono sempre interessanti, piccoli fogli di carta passano di mano in mano, sono vergati da grafie diverse, chi li maneggia sente di dover annotarli, postillarli, aggiunge qualcosa di suo e così questi frammenti del passato giungono fino a noi e a volte costituiscono un bel dilemma.
Cristiano Ferrarese, l’ennesimo nostro letterato emigrato all’estero perché non vedeva più possibilità nel nostro paese d’origine guastato da raccomandazioni, burocrazia, mafie e da un’atmosfera paludosa e priva di vie d’uscita, ha scelto di vivere a Bristol, si è occupato di questo piccolo manoscritto, custodito nella F...CONTINUA...
30 dicembre, sono circa le 8 e 30 di mattina, la nonna di Selim, che mi ha ospitato per la notte, entra in camera e ci sveglia. Siamo in due, io ed un giovane etiope alto un metro e un barattolo il cui telefono ha suonato nel mezzo della notte con uno squillante muezzin che chiamava i fedeli alla preghiera.
Siamo a Bursa, città turca sulla sponda meridionale del Mar di Marmara, sono arrivato ieri notte dopo un viaggio piuttosto travagliato da Venezia: i radar dell’aeroporto Marco Polo hanno deciso di rompersi proprio in quelle...CONTINUA...
La sera del 13 novembre 2015 Parigi fu colpita da una serie di attentati, il più grave dei quali fu quello alla sala da concerti Bataclan, dove persero la vita 90 persone. Nel gennaio dello stesso anno erano stati attaccati gli uffici del giornale satirico Charlie Hebdo e il supermercato kosher Hyper Cacher. Questo romanzo di Maria Laura Caroniti, Generazione Bataclan (Mursia, 2018), non vuole essere cronaca degli eventi, ma raccontare...CONTINUA...
Il giornalista Ranieri Polese in un suo articolo dedicato proprio a Paolo Poli e al libro edito dalla Marietti, ci ha ricordato che l’attore e regista toscano “non amava scrivere: ‘non sono mica Flaubert, io!’: a lui le parole piaceva recitarle, cantarle, farle suonare” (Corriere fiorentino, 03.11.2018). Anche Mariapia Frigerio, autrice dell’ampia e documentata introduzione al “teatro della leggerezza”, riferisce del Poli scrittore, ovvero “ciò che lui non voleva essere” (pp.30). Ma questo apparente disinteresse per la pratica...CONTINUA...
Penso si possa andare abbastanza sul sicuro dicendo che il tema alla base di questo libro sia il ruolo che uomini e donne hanno nella società e come questo venga percepito.
La vicenda si svolge in una sorta di futuro distopico dove un gruppo di persone ha deciso di isolarsi e abbandonare lo stile di vita industrializzato per tornare ad uno più a contatto con la natura. Per questo si trasferiscono tutti a vivere in quella che chiamano “La Valle Delle Rocce”. Purtroppo però una malattia sconosciuta uccide tutte le donne del gruppo, e forse anche del mondo, e così gli uomini si ritrovano da soli.
La narrazione inizia dopo qualche anno dalla scomparsa delle donne: i più anziani le compiangono...CONTINUA...
Qualche tempo fa lo scrittore Angelo Calvisi ha spiegato perché nei suoi romanzi sia spesso ricorrente il tema del disagio psichico: “Nel mio caso, il pretesto biografico che mi ha spinto a scrivere di disagio psichico è che, per lavoro, ha avuto spesso a che fare con persone che versano in tale stato di sofferenza. Sono state esperienze umane molto forti, ma naturalmente non era tale aspetto umano, a volte anche pietoso e malinconico, ciò di cui volevo parlare. Il fatto è che la dimensione della follia, dove ogni cosa appare come non è, mi sembra allegoricamente portentosa per esprimere la mia visione del mondo, ovvero, ripetendomi, la mia Weltanschauung, parola roboante che naturalmente pronuncio...CONTINUA...
Qualche anno fa, sul mio blog, ho scritto un post che si intitola "Lei è un'assenza" ed è dedicato a una persona che amo e che da anni è malata di Alzheimer. Alla fine, per descrivere sinteticamente il suo stato, l'ho paragonata a un "pianeta disperso". Un pianeta che, a ben guardare, potrebbe essere proprio Plutone, il pianeta nano che orbita nella parte più esterna del sistema solare, nella fascia di Kuiper. È distante sette miliardi e mezzo di chilometri dalla Terra ed è formato da...CONTINUA...
“La minaccia del cambiamento” non rappresenta un vero e proprio sequel di “Finzione infinita” – altri protagonisti, (in parte) altra vicenda – ma lo scenario è sempre lo stesso: un mondo “distopico”, messo in crisi da un’economia di guerra e da un nemico alieno che i terrestri conoscono solo per sentito dire. Un mondo in cui gli eserciti sono stati privatizzati, in mano a due grandi corporation e ad altre società satelliti di più modeste dimensioni, ma soprattutto...CONTINUA...
Si tratta senza dubbio di un bel libro, senza tante pretese, semplicemente una storia interessante, scritta bene e di facile lettura, con personaggi ben costruiti e situazioni intriganti.
Ci troviamo nella campagna inglese del primo Dopoguerra, Westerbridge è un sonnacchioso villaggio abitato soprattutto da contadini dove il pettegolezzo è lo sport principale e la vita prosegue immutata stagione dopo stagione.
Protagonista è la diciassettenne Shriley Fern, che narra in prima persona la vicenda. Shirley sta per finire la scuola, è una delle allieve più brillanti della sua classe e vorrebbe continuare gli studi presso un collegio nella città vicina per diventare così insegnante, il suo sogno...CONTINUA...
La definizione di “libro di culto” è stata spesso attribuita ad opere davvero trascurabili – probabilmente un mero espediente pubblicitario – ma quando si parla di un libro di Colin Wilson il “culto” è quasi d’obbligo, soprattutto se inteso come riscoperta di un autore anticonformista ingiustamente oscurato. “La gabbia di vetro” – romanzo pubblicato nel 1966 con il titolo “The Glass Cage: An Unconventional Detective Story” – risponde in pieno a questi canoni (“unconventional” appunto) e bene ha fatto la Carbonio...CONTINUA...
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