Bruno Piazza è morto il 31 ottobre del 1946 per un attacco cardiaco. Aveva 57 anni. Poco tempo prima, in sole tre settimane, era riuscito a scrivere "Perché gli altri dimenticano", la testimonianza della personale e dolorosa esperienza di prigioniero nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Un memoriale lucido e puntualissimo che Piazza ha scritto a brevissima distanza di tempo dagli eventi. Questo libro è di sicuro una delle opere più attente, documentate e accurate sulle condizioni di vita dei prigionieri di Auschwitz scritte da un italiano. Bruno Piazza ebbe la fortuna di sopravvivere fino al 27 gennaio 1945, giorno in cui i Russi entrarono per la prima volta nel campo nazista...CONTINUA...
Fabio Donalisio continua nella
sua operazione di scavo, di raschiatura di concetti, mirando a esprimere o,
come voleva Roland Barthes, inesprimere, nei suoi versi secchi e taglienti “il
minimo importante”, ciò che sfugge al nulla solo per l’illusione di senso che
gli diamo. Assenza è la parola chiave per comprendere questa poetica scabra, in
cui versi altrui vengono riutilizzati o modificati per generare una letteratura
di richiami e di rimandi, che a dispetto del vuoto, che sembra essere la trama
profonda del nostro vivere e scrivere,
si rivela densa. La rima è usata in maniera moderna, quasi sempre interna al
verso, a inventare una partitura metrica del...CONTINUA...
Manga, anime e videogames. Quale miglior connubio può esaltare chi si riconosce nella categoria del vero nerd? C’è un anime, High score girl, da poco uscito sulla piattaforma Netflix, che coniuga in modo esemplare queste tre forme di intrattenimento, per la gioia dei nerds influenzati dalla cultura giovanile giapponese, ma non soltanto. Tratto dal manga di Rensuke Oshikiri, High score girl è un anime che si compone di 12 episodi e che mette al centro della vicenda la passione smisurata del suo protagonista per i videogiochi da sala e, successivamente, per le nuove console che si affacciano sul mercato internazionale negli anni novanta. Nonostante...CONTINUA...
Un'amica, certo. Anche una figlia, una sorella e una zia. Un'identità apparentemente definita solo rispetto a qualche altro vivente. Ma dentro di sé Andrea, la protagonista del bel romanzo della Attenberg, si racconta una verità silenziosa e suprema: "Sono sola. Sono un'ex artista. Sono un'urlatrice a letto. Sono il capitano di una nave che affonda che è la mia carne". L'analista che ha di fronte l'osserva e pare accontentarsi della superficie che Andrea va esponendo. In effetti Andrea, la quarantenne che, in prima persona, ci parla di sé per mezzo di un ininterrotto flusso di coscienza, si conosce molto meglio di quanto osi mostrare. Conosce le sue falle e i suoi fallimenti...CONTINUA...
Il libro di Edith Sheffer incentrato sulla carriera di Hans Asperger e “il contesto intellettuale, clinico e politica dell’Austria degli anni trenta e quaranta”, come prevedibile, ha subito suscitato un bel po’ di polemiche: da un lato le critiche rivolte alla storica americana a causa del suo approccio antidiagnostico, dall’altro il fastidio per le accuse rivolte a colui che per anni è stato presentato come una sorta di Schlinder della psichiatria. In realtà la figura del cattolico reazionario Hans Asperger non appare soltanto nella veste di esecutore dei desiderata nazisti: “non era né uno zelante sostenitore del regime, né un suo oppositore. È il classico esempio di...CONTINUA...
Cometa, il romanzo di Gregorio Magini uscito nel maggio scorso per Neo edizioni, è uno dei libri per me più interessanti di questo 2018. Ha avuto molte recensioni e nel finale d’anno è spesso comparso nelle liste di siti e riviste letterarie. Un libro dalla prosa agile e intensa, con una forte struttura, che quando sono giunto alla fine mi ha lasciato perplesso. L’inizio...CONTINUA...
Ecco un libro che ho trovato difficile da giudicare:
all’inizio si presenta come una sorta di manuale su come viaggiare con figli
piccoli, informazioni pratiche, consigli, dritte e suggerimenti. Questa però è
solo una piccola parte perché il resto è più simile ad un racconto di viaggio,
con episodi, resoconti, persone e luoghi.
Personalmente porto un grande rispetto per quei genitori
che trovano la voglia di continuare a viaggiare anche dopo la nascita dei figli
perché richiede una gran dose di organizzazione, preparazione, fantasia e
soprattutto volontà. Forse è proprio quest’ultima a mancare e a far optare per
mete...CONTINUA...
“Il tenore rossiniano” di Giorgio Appolonia non è una monografia, nemmeno un esaustivo dizionario ma viene presentato esplicitamente come “studio sui generis” e in particolare “capace di accattivare il semplice curioso, di rispondere ai molti interrogativi del professionista, di fornire allo studioso dati indispensabili”. Potremmo semmai definirlo come saggio che, proponendo un parallelo tra interpreti del passato, interpreti contemporanei e senza insistere troppo in dettagli specialistici, ha l’ambizione di chiarire le peculiarità di un canto che per lunghi anni, almeno fino alla cosiddetta “Rossini-renaissance” e alla riscoperta del Rossini “serio”, è stato ignorato...CONTINUA...
Maria non somiglia a nessuno. Maria ha un bel paio d'occhi azzurri che, a dire la verità, in Sardegna pochi hanno. Maria l'ha fatta nascere Salvatorica Carboni, la levatrice con gli occhiali e il naso grosso che tutti chiamano zia Borìca: "L'ho fatta nascere io, a Maria. Ho aiutato la mamma a tirarla fuori. Prima si nasceva in casa, mica come adesso che a Ísili c'è anche l'ospedale, ma si muore lo stesso di parto. A quei tempi c'ero io che andavo in giro per tutto il paese e Franca Atzori che faceva altro, ma tanto già lo sanno anche i muri che cosa faceva, non devo certo dirlo io. Io però quelle cose non le ho mai fatte". E Maria, oltre ad avere gli occhi che nessuno sa da dove sono...CONTINUA...
Il saggio di David Benatar, filosofo sudafricano, è stato generalmente definito come provocatorio; ma forse non è l’aggettivo più adatto per un’opera come “Better Never to Have Been: The Harm of Coming into Existence”. La provocazione il più delle volte non fa tanto il paio con una reale convinzione quanto con l’aggressività e col desiderio di scandalizzare. Di primo acchito l’approccio di Benatar sembra appunto di tutt’altro tenore: il “male di venire al mondo” viene trattato con grande scrupolo analitico, evitando toni particolarmente bellicosi, avvalendosi sia di criteri psicologici sia di criteri matematici e statistici. E difatti le tesi esposte in “Meglio non essere mai nati”, nella loro...CONTINUA...
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