Da molti anni la cosiddetta “grande stampa” dipinge i “No Tav” della Val di Susa come una banda di cavernicoli pecorai, affetti da evidente sindrome Nimby: in altri termini personaggi ingenui, associati ad estremisti violenti che non sanno cosa vuol dire progresso e modernità. Un’immagine che la santificazione mediatica delle “madamine” ha rilanciato prepotentemente. Ben diverso quanto emerge invece in “Fuori dal tunnel” dell’antropologo Marco Aime: una ricerca, che tra l’altro si legge speditamente e risulta ben strutturata, “per capire meglio i difficili cambiamenti di una valle che ha deciso di non accettare le decisioni calate dall'alto” e che in etnografia si chiama “osservazione partecipante”...CONTINUA...
“Gli uomini ci rubano tutto: il nostro tempo, i nostri soldi, il nostro spazio, le nostre idee. Il nostro corpo”.
Se questa vi sembra un’affermazione forte, dovete sapere che non è la più radicale nel campionario di idee radicali che costellano il libro di Marina Terragni, intitolato — per l’appunto — Gli uomini ci rubano tutto e edito da Sonzogno.
Gli uomini ci rubano tutto, dunque, e si prendono anche il femminismo: questa la ruberia più beffarda. Il femminismo al fianco degli uomini diventa presto degli...CONTINUA...
Va detto, fin da subito, che McGrath ha scritto di meglio. "Il morbo di Haggard" non è di certo il suo romanzo più riuscito o penetrante. Fin dal titolo, il libro mette in campo la presenza di un "morbo" e quindi va ad animare nel lettore la previsione di un qualcosa di anomalo, malato, ossessivo, pericoloso. E, conoscendo il talento dello scrittore inglese, non era escluso un visionario viaggio psicologico in una sostanza tanto oscura e ineffabile come la mente umana. Sia chiaro: il viaggio in questione viene pur sempre compiuto ma non nella maniera che, personalmente, mi sarei aspettata. Sembra che McGrath con "Il morbo di Haggard" abbia preferito rimanere un po' più in superficie scegliendo...CONTINUA...
Martedì 17 luglio
Selim è già sveglio quando entro in salotto: è seduto sul divano e legge la sua pagina quotidiana del Corano. Lo fa da molti anni e mi ha detto che ogni volta ci trova qualcosa di nuovo.
Com’era prevedibile, la colazione a casa della nonna si rivela impegnativa: protagonista è il simit, ciambella di pane cotta al forno e coperta di semi di sesamo, croccante fuori e soffice dentro. Mangiarla in casa vorrà dire lasciare una scia di semi di sesamo ed incorrere quindi nelle...CONTINUA...
Non sono partigiane, non fanno resistenza, non minacciano la vita di nessuno. Sono donne che praticano il meretricio, donne per lo più poco istruite e poco fortunate. Donne che la storia avrebbe serenamente perso per strada se non fosse stato per le registrazioni di solerti funzionari dello Stato fascista pronti a segnalarle, fotografarle e schedarle. Sono tracce minime, segni comunque rintracciabili di esistenze passate, testimonianze reali di un pezzo di storia italiana che in tanti ritengono quanto meno trascurabile. Non Matteo Dalena, evidentemente. Il giornalista e storico calabrese, infatti, ha deciso di andare a scavare tra le carte del Casellario Politico Centrale dell'Archivio Centrale...CONTINUA...
"Un'infinità di persone, quante saranno? Decine di migliaia. Armate di bastoni, scimitarre, coltelli, spranghe, pietre, sciamano a ondate dalla città vecchia. Sotto i loro passi la terra sussulta. Grida tuonano nell'aria tiepida, inneggiano alla guerra santa, a Nasser, il rais egiziano. Avanzano inarrestabili, neppure la polizia riesce a contenerle. Alcune automobili precedono le colonne umane e dai finestrini aperti, dritti in piedi sui cofani, sui tetti, uomini col megafono scandiscono, con voce ormai rauca, parole che la folla fa sue: «Morte ai cani ebrei»". Una scena letta già mille volte e mille volte da leggere. Una folla inferocita e incontrollata che cerca i "cani ebrei". Siamo...CONTINUA...
Uno dei pregi delle edizioni Wordbridge – edizioni digitali e non solo – è quello di aver sdoganato per il lettore italiano questa piccola/grande perla ch’è Storie di letteratura e cecità. Il suo autore, Julián Fuks, è uno dei più celebri scrittori brasiliani della nuova generazione, ahimé ancora poco noto in Italia. L’ultimo dei suoi quattro romanzi pubblicati, A resistência, sulla dittatura militare in Argentina e la fuga di molti intellettuali dal regime, ha vinto il premio Jabuti, il più importante riconoscimento letterario brasiliano....CONTINUA...
Le prime pagine dei più noti manuali di diritto costituzionale e di diritto pubblico difficilmente si caratterizzano per originalità: le vicende del costituzionalismo moderno, il significato di costituzione rigida e non “ottriata” sono per lo più trattate in maniera molto schematica, il necessario sguardo d’insieme, che contempli diritto, storia e società, spesso risulta carente e tutto scorre via frettolosamente, magari con qualche breve accenno alle prospettive politiche ed economiche del secondo dopoguerra. Decisamente altro approccio quello di Paolo Grossi, presidente emerito della Corte costituzionale, che col suo saggio “Una Costituzione da vivere” – poco meno di 80 pagine dedicate a “Giuseppe...CONTINUA...
In questi giorni – novembre 2018 – i media italiani si occupano delle assunzioni in nero del padre di Di Maio e, col consueto sprezzo del ridicolo, l’ex ministra Maria Elena Boschi ha preso la palla al balzo lamentandosi di quel destino cinico e baro che tanto l’ha fatta soffrire: “Mio padre è stato tirato in mezzo ad una vicenda più grande di lui per il cognome che porta e trascinato nel fango da una campagna di odio - attacca la Boschi -: caro signor Di Maio, il fango fa schifo", dice riferendosi a Banca Etruria. "Le auguro di dormire sonni tranquilli, e di non sapere mai cos'è il sentimento di odio che è stato scaricato addosso a me e ai miei" (da quotidiano.net).
Lo “storytellig” del...CONTINUA...
Il cinema italiano deve tanto a Napoli.
Il panorama partenopeo ci ha regalato grandi attori e registi, quasi mai misurati o austeri, ma dall’esuberanza impetuosa e carnale. Riflesso fedele di una terra pulsante e drammatica che forgia a sua immagine personalità cariche di un emotività incontenibile, e quindi altamente espressive.
Edoardo De Angelis onora questa prestigiosa scuola con la sua opera, Indivisibili, che racconta una storia napoletana fuori dal comune.
L’arrangiarsi è nel film un’arte a tutti gli effetti, e laddove la natura sembra condannare ad un destino ingrato, ecco che l’autentico maestro di vita (e figlio del Vesuvio) ha il suo colpo di genio. Quella...CONTINUA...
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