Categoria:
letteratura italiana
Ho voluto vederli subito gli occhi verdi di Avesta. Appena terminato il libro di Marco Rovelli sono andata alla ricerca del volto di questa donna e, tra i grovigli di internet, l'ho trovato in fretta. Eccola Avesta. Un paio d'occhi che riverberano il colore della divisa da guerriera. Un viso sottile, segnato da quella che definisco l'algebra perfetta delle rughe, linee che raccontano un'esistenza d'azione e pensieri. Mascolina, decisamente. Non sembrano pervenire tracce di debolezza o di smarrimento. Non oso neppure immaginare cosa abbiano visto quegli occhi verdi. Invece Marco Rovelli lo ha fatto...CONTINUA...
Chiariamo subito: "Dottor Cannabis", ovvero l'autobiografia del dottor Cinquini, più volte arrestato per violazione della legge Fini-Giovanardi, non è affatto la storia di un Howard Marks - Mr. Nice all'italiana. Alla luce di quanto sta accadendo nei paesi europei che hanno riconsiderato le politiche proibizioniste, e anche in Italia dopo che la Corte Costituzionale (12 febbraio 2014) ha dichiarato illegittima la famigerata legge Fini - Giovanardi (L. 21 febbraio 2006 n. 49), probabilmente la vicenda del medico chirurgo versiliese potrà essere riletta con meno pregiudizi...CONTINUA...
Lo stridore tra la materia e la forma, in "Bianca da morire", fa quasi male. Perché la materia del romanzo di Elena Mearini è fatta di disagio giovane e ferocia latente mentre la forma (ossia le parole per esplicitare la materia) pare d'ovatta e piume. Un linguaggio che gongola nel puro lirismo. Forse troppo enfatico, persino fastidiosamente enfatico. Scrivere un romanzo come fosse opera in versi non è semplice ed il rischio di ridondanze e forzature è perennemente in agguato. Un equilibrio complicato che, per forza di cose, può sfibrare chi legge o affossarlo in una pozza di allegorie e visioni...CONTINUA...
Roberto Bioy Fälscher, nell'introduzione al numero quattro di "Effe", ricorda le "Storie segrete", ovvero "racconti scritti a mano o stampati in ciclostile da autori anonimi, che riuscivano a evadere i controlli della temibile commissione del Glavit" (organo di censura sovietico "che decretava chi fossero gli intellettuali nemici del popolo"); e poi, tornando alla realtà italiana, conclude affermando che "certo, questo volumetto non deve fare i conti con nessun Regime o censura programmatica, ma anche oggi come allora - talvolta - per leggere una narrativa buona e diversa dal solito, occorre comunque...CONTINUA...
Pristina Domenica 24 gennaio 2016
Stamattina l’appuntamento con gli altri è per sette al monumento Newborn, a circa un quarto d’ora a piedi. Avevamo già detto a Kushtrim di non preoccuparsi per la colazione, ma lui ha insistito e ci ha procurato alcune fette di focaccia ripiena. Fuori fa freddo e il cielo è coperto. Metà degli studenti andrà a visitare Peja mentre l’altra metà andrà a Prizren: si tratta rispettivamente...CONTINUA...
Pristina Sabato 23 gennaio 2016
Il primo incontro della giornata è nell’Università di Pristina, a dieci minuti di cammino da casa di Kushtrim. Essendo sabato non ci sono molti studenti in giro e la struttura mi è parsa più una scuola decadente che un’università. Credo che in qualche modo il vecchio edificio abbia resistito alla guerra e che in seguito sia stato restaurato per non dover costruirne un altro. Saliamo...CONTINUA...
"Io sono etrusco e a noi i maya e gli atzechi ci fanno una sega. Comunque niente di tutto questo. Mi ha fatto capire che la corsa è truccata. Ma non so se scherzasse o se parlasse sul serio" (pp.180). Così l'ex ciclista Eugenio Bollini che per l'occasione - quella corsa che non si capisce bene se sia taroccata o meno - non è più ex ma è tornato a inforcare la bici e a sfidare un gruppone incredibile di campioni ed ex campioni delle due ruote. Otello Marcacci, in "Gobbi come i Pirenei", aveva già raccontato le vicissitudini di questo gregario vispo e dotato di una...CONTINUA...
Pristina Venerdì 22 gennaio 2016
Oggi l’appuntamento è alle nove e trenta davanti alla sede del Parlamento, alla fine del viale pedonale in centro: l’edificio è nuovo di zecca e probabilmente è stato costruito grazie ai fondi dell’ONU. Per entrare dobbiamo passare un blando controllo di sicurezza, le guardie sembrano quasi contente di avere un po’ di movimento e hanno un atteggiamento rilassato. Io vorrei scattare...CONTINUA...
In poesia decisivo è il silenzio. Decisivo per il poeta, perché il silenzio è laddove germina la parola poetica; decisivo per il lettore che, per rendere possibile l’ascolto, deve fare silenzio e vuoto dentro di sé.
Così in questa raccolta di Ksenja Laginja, “Praticare la notte”, edita nel novembre 2015 da Giuliano Ladolfi Editore e introdotta da Gianni Priano, si esplora - con una scrittura di grande duttilità e morbidezza, fatta di versi rapidi e rapiti - una dimensione in cui il silenzio è raccontato come una sfida alle possibilità delle parole, loro limite, ma anche loro vertigine...CONTINUA...
Autoassolversi: una tendenza molto umana e piuttosto contemporanea. Solitamente la buona fede non c'entra e nemmeno la relatività degli eventi. Picchiare una donna, fosse anche per una volta sola, è un gesto squallido a prescindere. Ma è più comodo pensare che la donna, probabilmente, se la sia andata a cercare. Così come è comodo credere che trasportare clandestini nascosti in un Tir da una frontiera all'altra d'Europa sia un gesto epico. Non si tratta di punti di vista alternativi, ma di visioni totalmente distorte della realtà. E il protagonista del breve romanzo...CONTINUA...
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