Categoria: cinema americano

Fincher David

Zodiac

Storie di serial killer, imprevedibili e inafferrabili, folli e geniali, disturbati quanto originali nel motivare il loro istinto punitivo quasi “divino” (molti di essi si sentono un Dio, in effetti, un essere superiore e trascendente), storie che Fincher ha nelle proprie corde, se ricordiamo il riuscitissimo Seven, e in cui trasferisce la propria vocazione a far cinema d’ atmosfera, cupo ed enigmatico. Vocazione all'oscurità dell'anima che percorre tutta l’opera del regista americano, per alcuni sopravvalutata ma pur sempre significativa di titoli come...CONTINUA...

Raimi Sam

Spider Man 3

Un bel fumettone per le sale, ma non solo questo, un tripudio di riusciti effetti speciali ma anche, sulla scia del secondo episodio, un film che cerca, pur in superficie, visto il genere, di indagare sentimenti, contraddizioni e paure di superprotagonisti mascherati e mutanti. E qui ce ne sono addirittura quattro: il Nostro eroe, il redivivo Goblin (James Franco), l’uomo sabbia e un giovane fotografo (antagonista di Parker sul lavoro) che viene a contatto con una misteriosa sostanza informe. Ma a guardar bene sono cinque, perché lo stesso Spider man, attaccato per...CONTINUA...

Lynch David

The Elephant Man

Che David Lynch si sentisse a suo agio nel raccontar di “mostri” lo si intuisce già dall’opera prima (Eraserhead), così imperscrutabile eppure fascinosa, cosi lontana dalle produzioni dei fine Settanta e già a suo modo cinema con tracce di futuro. Che una neonata casa di produzione, partorita comunque dal ventre hollywoodiano, fondata dal regista comico-demenziale Mel Brooks, affidasse a Lynch, autore dimostratosi bizzarro e indipendente, l’ambizioso progetto di realizzare un’opera basata su una dolorosa e toccante storia realmente accaduta, era assai improbabile. Eppure...CONTINUA...

Lynch David

Inland Empire. L’impero della mente

Ci eravamo lasciati col “Silencio”. Cinque anni, tanti ne sono passati da quell’opera cosi unica e assoluta che fu Mulholland Drive. È d’obbligo il fu, e non perché la pellicola realtà-sogno-incubo-ritorno e ancora sogno del 2001 abbia perso, col tempo, la sua originalità e la sua potenza visivo-espressiva, ma perché l’ultimo Lynch, questo viaggio nell’impero interiore, è un’opera che, quanto a assolutezza e unicità, non può trovare credibili rivali nemmeno nello stesso cosmo lynchano. “Silencio”, dunque, attesa prolungata degli spettatori amanti e poi...CONTINUA...

Zwick Edward

Blood Diamond

È possibile coniugare action movie e film di denuncia? Edward Zwick (Glory, Vento di passioni, L’ultimo samurai) ne è più che convinto e con Blood Diamond (diamanti insanguinati), ultimo suo lavoro da poco nelle sale italiane, partorisce una pellicola che dosa con equilibrio e buon senso del cinema ambedue i registri narrativi, per poi perdersi un po' nell'epilogo. Vediamo con quale intreccio. Sierra Leone, 1999. Sullo scenario della guerra civile si muove Danny Archer (Leonardo Di...CONTINUA...

Henson Jim

Labyrinth

C’era una volta il cinema degli Ottanta. Periodo – si dice – artisticamente grigio, minato dalle disillusioni fine Settanta e dalla voglia di spensieratezza e disimpegno a tutti i costi. In Italia, all’inizio degli Ottanta, spopolavano il campione d’incassi Celentano (Il bisbetico domato, Innamorato pazzo, ambedue le commedie di Castellano e Pipolo), la commedia sexy all’italiana e quella paradossi, battutacce e nonsense (che ha forse il suo “picco creativo” con Vieni avanti cretino di Luciano Salce e...CONTINUA...

Kelly Richard

Donnie Darko

The Killing Moon (Echo & The Bunnymen) Under blue moon I saw you / So soon you'll take me / Up in your arms / Too late to beg you or cancel it / Though I know it must be the killing time / Unwillingly mine / Fate / Up against your will / Through the thick and thin / He will wait until / You give yourself to him In starlit nights I saw you / So cruelly you kissed me / Your lips a magic world / Your sky all hung with jewels / The killing moon / Will come too soon / Fate / Up against your will / Through...CONTINUA...

Allen Woody

Amore e guerra

“Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire non si deve amare. Però allora si soffre di non amare, pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire e soffrire è soffrire. Essere felici è amare, allora essere felici è soffrire, ma soffrire ci rende infelici, pertanto per essere infelici si deve amare o amare e soffrire o soffrire per troppa felicità… io spero che tu abbia preso appunti”. Dopo aver ottenuto la notorietà, all’inizio dei Settanta, con brillanti commedie dalle venature surreali (Il dittatore dello Stato Libero di Bananas, Tutto quello...CONTINUA...

Altman Robert

I protagonisti

Robert Altman, divenuto regista di fama internazionale con pellicole come M.A.S.H. (1970) e Nashville (1975), vide il suo cinema, comunque originale, trovare una serie di insuccessi lungo l’arco degli anni Ottanta, cui seguì un periodo di sostanziale silenzio artistico per lo più dovuto alla difficoltà di reperire produttori che ancora credessero nella sua arte. Nonostante queste difficoltà, e grazie al credito artistico maturato negli anni, all’inizio degli anni Novanta partorì un’opera di notevole spessore cui gratuitamente parteciparono...CONTINUA...

Rudolph Alan

La colazione dei campioni

La delirante vicenda si apre a Midland City, ben poco ridente cittadina della provincia americana, dove vive Dwayne Hoover (Bruce Willis), proprietario di un grande autosalone: è un uomo d’affari, ricchissimo, famosissimo per i numerosi spot televisivi di cui è protagonista; ma non tutto pare andare per il verso giusto. Al suo primo apparire, all’interno della sua lussuosa dimora, lo vediamo ficcarsi una pistola in gola in procinto di farsi un gargarismo di piombo se non lo interrompesse la cameriera nell’annunciare "la Colazione dei Campioni”, il “breakfast dei vincenti”. In preda ad allucinazioni...CONTINUA...