Categoria: letteratura americana

Smith Patti

M Train

Molto diverso questo libro, il cui genere non si può facilmente definire, dalla precedente autobiografia di Patti Smith Just Kids. Quest' ultima aveva un ordine sia mentale che cronologico, raccontava la vita epica e rocambolesca di una Patti giovane, coraggiosa fino all'incoscienza e bellissima...CONTINUA...

Dylan Bob

Chronicles volume 1

“Picasso non passava il tempo a bighellonare su marciapiedi affollati. Picasso aveva disintegrato il mondo dell'arte e adesso i pezzi giacevano sotto gli occhi di tutti. Era un rivoluzionario. Era così che volevo essere io” (Bob Dylan) Quella di Dylan non è un'autobiografia artistica e personale nel senso classico della parola. Non ripercorre cioè in dettaglio le tappe che l'hanno...CONTINUA...

Potok Chaim

Il mio nome è Asher Lev

Marc Chagall era un pittore ebreo. Lo erano anche Chäim Soutine e Max Liebermann. Così come il nostro Modigliani. E' pur vero che di pittori ebrei, nella storia della grande arte, ce ne sono pochi. Il problema è che per lo più gli ebrei osservanti ritengono l'arte solo un mero diletto...CONTINUA...

Kerouac Jack

Il mare è mio fratello

Ho già scritto anni fa per lankelot di questo primo romanzo di Jack Kerouac. Non ricordo quali siano state allora le mie riflessioni in proposito. E solo dopo aver scritto di questo libro che ho appena riletto andrò a vedere la mia vecchia recensione. Come tutti ho da parte romanzi che periodicamente rileggo, sono ad esempio quelli di Kerouac, di Dostoevskij, di Čechov, ma anche di Breton (piccoli ma magnifici). In questa mia rilettura deCONTINUA...

Ward Robert

Hollywood Requiem

"Eravamo seduti tutti insieme, ci guardavamo ma facevamo finta di niente. Masticavamo gomma, bevevamo caffè, andavamo al cesso, pisciavamo, dormivamo. Restavamo seduti su quelle panche a fumare sigarette che non avevamo voglia di fumare. Ci guardavamo e quello che vedevamo non ci piaceva. Guardavamo gli oggetti sui banchi e le rastrelliere: patatine, riviste, noccioline, best seller, gomma da masticare, pasticche al fluoro, pasticche di liquerizia, fischietti.” (Charles Bukowski, Factotum, pag. 91, Guanda, 1996) Stavo tornando...CONTINUA...

Morgan Bill

Io celebro me stesso. La vita quasi privata di Allen Ginsberg

È la più completa ed estesa biografia di Allen Ginsberg che io conosca. Praticamente segue Allen dalla nascita alla morte, regalandoci la sua vita in diretta come se fossimo lì vicino a lui a viverla. Non c'è dettaglio che venga trascurato da parte di Bill Morgan, nomi di persone note e sconosciute che Allen ha incontrato una sola volta o frequentato, studi, lavori fatti per mantenersi sia quando era uno studente della Columbia timido e impacciato nei rapporti con le persone, sia quando con la pubblicazione di Urlo...CONTINUA...

The writers season 2016 – New York University a Firenze

Riceviamo e pubblichiamo: Torna in terza edizione “The Writers Seasons / La Stagione degli Scrittori”, due giorni (16 e 17 giugno, dalle 18 alle 21), con dialoghi e reading tra autori americani e autori italiani contemporanei, moderati da alcuni dei protagonisti della scena letteraria fiorentina (V. Santoni, D. Bertelli, R. Bruni e L. Baldoni) e curati da Alessandro Raveggi, scrittore e docente a NYU Florence. Il 16 giugno, all’interno del giardino di Villa La Pietra, la poetessa americana Dorothea Lasky incontra una delle voci più forti...CONTINUA...

Safran Foer Jonathan

Ogni cosa è illuminata

Jonathan Safran Foer è nato nel 1977. "Ogni cosa è illuminata", il suo romanzo d'esordio, è stato pubblicato nel 2002. Foer è nato a Washington e vive a New York. "Ogni cosa è illuminata" è ambientato in Ucraina. Jonathan Safran Foer appartiene ad una famiglia ebrea laica e, a vent'anni, ha deciso di intraprendere un viaggio verso l'Europa orientale alla ricerca delle proprie origini. "Ogni cosa è illuminata" ha preso spunto, evidentemente, da tale esperienza. Inutile girarci attorno: "Ogni cosa è illuminata" è un romanzo fuori da molti schemi. E' spiazzante e spettacolare, dissacrante...CONTINUA...

Allan Collins Max

Black Hats

“Allora, Wyatt, se Katherine Cummings chiama ancora, cosa devo dirle? Che i cinquecento dollari che ti ha pagato per far ragionare suo figlio ribelle e allontanarlo dal giro degli speakeasy ti sono serviti per metterti in affari con lui? Che speri di espanderti dal traffico di alcolici al gioco d’azzardo?” (pag. 197). E poi ancora: “Wyatt era celebre per truccare le partite come un babbeo, quindi sapeva maledettamente bene che lei lo stava provocando” (pag. 95). Questi brevi passaggi tratti da “Black Hats” ci servono per chiarire da subito che il Wyatt Earp di Max Allan Collins, uno dei protagonisti...CONTINUA...