Da piccola, la sera dovevo andare a dormire alle 9. Non avevo mai sonno a quell’ora. Mi giravo e rigiravo nel letto in preda alla noia per un tempo che pareva infinito. Solo quando in TV davano i film con Bud Spencer e Terence Hill, potevo restare sveglia fino a tardi, per guardarli insieme a mio padre.
Mio padre, di solito ombroso e taciturno, davanti a quei film era di un umore eccezionale. Rideva e rideva, mentre volavano ceffoni e manrovesci, bottiglie spaccate, tavoli divelti… Io non capivo cosa ci fosse da ridere. Ma ridevo pure io, perché in quei momenti mio padre era contento come non...CONTINUA...
Può capitare, a un certo punto, di imbattersi in un corto di Alfred Hitchcock e di vederlo col fiato sospeso. Di lasciarsi appassionare e vederne un altro, poi un altro e un altro ancora... Può capitare, dopo un po’, di andare in giro per casa in preda a uno spaesamento angoscioso alla ricerca di prove che il nostro convivente voglia ucciderci, o di uscire sospettosi, guardando la gente di sghimbescio, per indovinarne il lato oscuro. Può capitare, quindi, che il familiare, da rassicurante, sembri improvvisamente minaccioso, che il quotidiano mostri un risvolto ostile.
Il perturbante...CONTINUA...
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