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scrittrici
C'è una dolcezza amara in questo romanzo. È forse la dolcezza dell'inevitabile, del finale che si conosce fin dal principio e non può essere lieto. "Le gratitudini" è il mio primo accostamento a Delphine de Vigan e alla sua scrittura scarna, filiforme, lieve. Uno stile che sembra quasi stridere con la mestizia di quel che viene raccontato. La delicatezza di una scrittura tanto femminile e tanto premurosa sembra prendersi cura di ciò che si descrive ma anche di chi lo sta leggendo. "Le gratitudini" è una storia senza rancori e senza...CONTINUA...
“Gli adulti, nessuno escluso, mi guardavano e provavano pietà per me, immaginando di loro pura iniziativa cosa avessi subito e provato nel corso di quei mesi. Qualcuno potrebbe obiettare che una bambina è incapace di nutrire un sentimento tanto complesso. Ma anche in base alla mia esperienza posso affermare che non è affatto così. Nessuno è sensibile alla vergogna come un bambino. I bambini sono fragili, indifesi e, a differenza degli adulti, non hanno mezzi per lasciarsi alle spalle l’onta subita (…). Quanto al senso di vergogna che quella storia crudele mi aveva lasciato addosso, si è...CONTINUA...
Una sorta di giallo tra arte, storia e sentimenti, ecco come si potrebbe definire "La musa" di Jessie Burton. Uscito in Italia per La Nave di Teseo nel 2017, "La musa" è l'opera seconda della Burton, arrivata un paio di anni dopo "Il miniaturista", il suo romanzo d'esordio. "La musa" intreccia due epoche da noi comunque distanti poiché la vicenda si sviluppa tra un presente che è il 1967 e un passato che è il 1936. In prima istanza le due storie,...CONTINUA...
Sarà per via della quarantena da Coronavirus, sarà per l'isolamento pressoché totale che ne è scaturito, sarà per la necessità di non appesantire i pensieri più di quanto siano già, ma in questo periodo ho bisogno di letture semplici e leggere. E "Storia di un fiore" è esattamente così: semplice e leggero. Un romanzo tenue, lieve e poco impegnativo. Una lettura che scivola via nell'arco di un paio d'ore, che non richiede sforzi mentali o emotivi di alcun tipo. Proprio ciò che personalmente, in questa fase storica, ho voglia di trovare in un libro...CONTINUA...
Qualche tempo fa ho letto una bellissima fiaba. Si intitola "Azzurrina" e l'ha scritta Angela Nanetti (coi disegni di Octavia Monaco). Azzurrina è il nome che nella storia viene dato a una bimba, figlia di una bionda castellana e di un principe nero di nome Funesto. Azzurrina "non aveva niente d'azzurro, se non il vestito che sua madre le faceva indossare ogni giorno, ma...CONTINUA...
In terra di Sicilia la Dragunera, o Dragunara, è una tempesta di vento e di pioggia. Un flagello capace di arrivare all'improvviso, alla fine della bella stagione, e di guastare un raccolto venuto su con fatica e sacrifici. I contadini siciliani sanno bene cos'è la Dragunera, lo sanno da tempi lontanissimi. Conoscono la furia senza scampo dello spirito maligno che può arrivare dal cielo a punire chiunque a suo piacimento. Uno spirito che i contadini hanno incarnato in un miscuglio di drago e di "magara", di demonio e di...CONTINUA...
Aya Kitō è una ragazzina giapponese che il giorno del suo 14esimo compleanno inizia a scrivere il suo diario personale. È il 1976 e molte adolescenti, proprio come fa Aya, hanno l'abitudine di confidare a un diario personale le loro sensazioni, i loro timori, le loro esperienze quotidiane. Piccole memorie, piccoli episodi quotidiani che, presto, per Aya, inizieranno a tramutarsi nella cronaca di una malattia che non lascia scampo. Ma quando Aya inizia a scrivere il suo diario non sospetta minimamente che, nell'arco di un anno, la sua vita sarà stravolta dalla SCA...CONTINUA...
Quando qualcuno ha notato che stavo leggendo "La donna di Einstein" di Marie Benedict, non ha mancato di suggerirmi la visione della prima stagione della serie TV "Genius", dedicata ad Albert Einstein, andata in onda su National Geographic e interpretata da Geoffrey Rush e Johnny Flynn nel ruolo di Albert Einstein; da Emily Watson e da Samantha Colley nel ruolo di Mileva Marić. Per ora mi sono dedicata al libro della Benedict, se capiterà vedrò anche la serie TV che, comunque, non ha attinenza diretta con il romanzo che ho appena...CONTINUA...
Quando ho visitato il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, qualche anno fa, c'era un sole splendente. Sembrava tutto nella norma, prima di entrare. Poi, una volta arrivata all'interno degli spazi che ricordano e accolgono i resti delle vittime di quell'eccidio efferato, dopo aver camminato lungo le gallerie delle Fosse, dopo essere rimasta in raccoglimento di fronte all'incavo nel quale sono state trucidati e nascosti i corpi di 335 persone,...CONTINUA...
Questo libro, "La tua vita è la mia", è rimasto appoggiato su un ripiano del mio soggiorno per molto tempo. L'ho ricevuto in regalo dall'amico Andrea Consonni poco meno di un anno fa ma, non so perché, ho deciso di prenderlo tra le mani solo adesso. Della Axelsson avevo letto e amato "Io non mi chiamo Miriam", uscito sempre per Iberborea nel 2016. Due romanzi che, per certi versi, si somigliano. In entrambi i testi, infatti, Majgull Axelsson ha deciso di trattare argomenti storicamente e sociologicamente complessi...CONTINUA...
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