Un titolo che di questi tempi attirerà sicuramente l’attenzione.
L’autore è John Adair, uno dei maggiori e più stimati studiosi delle teorie del comando, fu il primo ad occupare una cattedra dedicata agli Studi sulla Leadership e ovviamente ha un curriculum accademico lungo un chilometro. Negli anni si è fatto conoscere anche per i suoi seminari e corsi di formazione per manager di tutto il mondo ma ciò che più colpisce della sua biografia sono le esperienze maturate nell’esercito e in particolare il suo periodo come assistente presso un reggimento di beduini in cui era l’unico straniero.
Impossibile...CONTINUA...
I dizionari ci dicono che “divertissement” corrisponde a “composizione letteraria caratterizzata dalla elaborazione giocosa di un tema” oppure a “composizione letteraria di argomento o tono giocoso”. Definizione che effettivamente per l’ultima opera di Salvatore Mugno, “Il cane della mafia. I siciliani e i cani di mànnara. Divertissement” non sembra campata in aria: non oltre sessanta pagine (ben) scritte – leggiamo infatti di una “plaquette” (pp.6) – molta carne al fuoco (divagazioni sulla razza canina di mànnara, le citazioni letterarie, l’etimologia, la ferocia dei cani e tanto altro) e dosi significative di ironia e sarcasmo. Il punto semmai è che, se possiamo parlare di “elaborazione giocosa”...CONTINUA...
L’ex premier spagnolo Felipe González, in un contributo ad introduzione del libro “Chi si stanca perde. Diari dalla resistenza venezuelana” (titolo originale “Preso pero Libre”), ha scritto che “questa piccola opera è un atto d’accusa verso un regime ingiusto e decrepito. È una vera sentenza espressa da un condannato a una pena ingiustificata. Non importa che il lettore condivida in pieno le convinzioni e le idee politiche di Leopoldo López. Sicuramente, guardando alla realtà del Venezuela, non potrà che essere d’accordo col suo giudizio sul regime”. Quello che non ci...CONTINUA...
Sarà pure un caso ma chi segue con una certa attenzione l’attività di case editrici piccole e medie avrà colto che in questi ultimi anni un certo numero di musicisti, non certo di secondo piano, hanno pubblicato il loro esordio nel campo narrativo; spesso racconti brevi, difficilmente classificabili secondo canoni prestabiliti, che interpretano il realismo in una maniera del tutto peculiare. Stesso discorso vale per il genovese Fabio Zuffanti, compositore quanto mai eclettico – parliamo di progressive, elettronica, pop, folk, jazz, classica, cantautorato, psichedelia, postrock, industrial, dark-gothic - e adesso autore, per Ensemble, di CONTINUA...
"Il cappotto della macellaia" è un raro e riuscito esempio di self-publishing, pratica che personalmente non mi ispira e non mi convince perché temo sia per lo più deleterio, nonché sciocco, consentire a chiunque di pubblicare qualsiasi cosa grazie al supporto di piattaforme Internet appositamente create. La conseguenza tragica di tali iniziative è che in giro ci sono più individui privi di talento e di preparazione che si autodefiniscono scrittori piuttosto che persone disposte a leggere quello che gli autodefiniti scrittori pubblicano da soli ovunque sia possibile farlo. Comunque, tornando a "Il cappotto della macellaia", si tratta di un testo che, con l'ausilio di un buon editor,...CONTINUA...
Un libro rivolto chiaramente agli addetti ai lavori e agli specialisti ma che possiede quella semplicità di stile tipica delle opere di divulgazione scientifica che puntano al grande pubblico, per il quale cercano di rendere più “digeribili” tematiche complesse e di difficile comprensione.
Valentina Bartolucci, l’autrice, è in effetti una ricercatrice specializzata in terrorismo e politica estera, insegna presso l’Università di Pisa e in...CONTINUA...
Un libro sulla precarietà del mondo del lavoro? No. Un racconto familiare? Nemmeno. Un romanzo di formazione? Forse, ma non del tutto. Una lirica interiore? Anche, ma non solo. Inafferrabile come la sua protagonista, “Tutti schiavi in Portogallo” ricorda il celebre cane-lupo del cartone animato Balto che “non è cane, non è lupo, sa solo quello che non è!”
Marta ha poco più di trent’anni, viene da un piccolo paese del sud Italia, vorrebbe fare la stilista ma ormai non ci crede più nemmeno lei e adesso lavora in un call center a Lisbona. Come...CONTINUA...
Quando mi è stata proposta la lettura di un libro per bambini la mia prima reazione è stato un sorriso arreso. Non ho mai recensito un libro per bambini anzi un albo illustrato per bambini. Come si fa? Si parla ai bambini? O agli adulti? Poi: cosa scrivere di un grande libro colorato pieno di disegni ed accompagnato da pochissime frasi? Un'impresa. Il titolo è accattivante: "L'erba magica di Tu Youyou". E mi sono venute subito in mente le streghe buone, quelle di cui spesso ho letto e raccontato, quelle che con sapienza ed esperienza, essendo più brave e capaci degli uomini, erano in grado di utilizzare le piante della foresta per curare ogni malattia. Nel momento in cui ho scoperto che CONTINUA...
Franz Krauspenhaar, nella sua prefazione al libro, ha giustamente definito “La rete” un “romanzo di formazione”: la scrittrice Elisa Giobbi, al suo esordio nella narrativa, ha voluto infatti raccontare la crescita e la maturazione di due ragazze fiorentine molto diverse, quasi agli antipodi, Emma e Nicolina (Nico), tra la fine degli anni ’70 ai giorni nostri. Una maturazione che almeno per una delle due protagoniste assomiglia molto ad un avariarsi, in circostanze non sempre chiare e con alle spalle almeno tre morti ammazzati: ovvero un padre probabilmente violento e incestuoso, un viscido...CONTINUA...
Sono quindici gli anni di storia cecena racchiusi nelle duecento pagine, o poco più, de "Le lupe di Sernovodsk. Reportage sulla Cecenia" pubblicato dall'editore trentino Keller nel 2016. Qui sono raccolti diversi articoli scritti dalla giornalista d'origine slovacca, naturalizzata svizzera, Irena Brežná; articoli che occupano un arco temporale che va dal 1996 al 2011 e sono organizzati...CONTINUA...
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