Categoria:
Narrativa
Non so da dove mi sia giunto il nome di Tibor Fischer, ma probabilmente ci deve essere stato un errore di trasmissione. Ho fatto un notevole sforzo per non abbandonare questo libro in qualche meandro dimenticabile della mia libreria. Alla fine, oltre ad un gran sollievo per aver compiuto un’impresa che per qualche momento ho ritenuto fallimentare, ho cercato la giusta serenità per parlarne. Perché ne parlerò e, temo, non bene.
Prima presa d’atto: “Viaggio al termine di una stanza” è un libro molto leggero. E, in fin dei conti, leggere qualcosa di “molto leggero”, di tanto in tanto, può essere...CONTINUA...
Ali riceve una lettera. Una busta di carta riciclata, carta giallastra. Riconosce la grafia di Mamed. Poche frasi secche e definitive, “una trovata di pessimo gusto” con la quale Mamed mette fine alla loro amicizia.
La narrazione della storia del legame tra Ali e Mamed è affidata alle loro voci. La prima parte del libro è occupata dal racconto di Ali, la seconda da quello di Mamed. Al termine, troviamo il racconto di Ramon, lo spagnolo convertito, amico di entrambi.
Ali e Mamed si conoscono al liceo. Due ragazzi diversi e complementari: Ali è pacato, timido, perennemente chino sui...CONTINUA...
Friedrich Dürrenmatt è uno degli autori che mi vengono consigliati spesso. Finalmente mi sono decisa a seguire i suggerimenti: ho letto “La morte di Socrate”. Sono sicura di aver scelto bene, seppur del tutto casualmente, il mio primo libro di Dürrenmatt. Pochissime pagine: 61 nell’edizione Marcos y Marcos, compresa la versione originale in lingua tedesca a fronte. In sostanza un racconto. Brillante, ironico, giocoso e velocissimo. Dürrenmatt si è divertito a riscrivere una sintetica e colorata parodia della vita di Socrate, anche se non mancano ritratti ugualmente spiritosi e revisionati...CONTINUA...
Storia di due amici che si ritrovano nel vecchio paese abbandonato dopo essere scampati alla guerra e recuperano il piacere di camminare insieme in montagna, di vivere un’avventura come succedeva ai tempi della loro giovinezza.
“Il volo di Arboris e Serafin” è un romanzo breve, una storia semplice, ma ricca di contenuti e un piccolo compendio della filosofia di vita di Martinelli.
Arboris, da Arbo, il paese d’origine, è lo pseudonimo di Guglielmo, un uomo che torna dopo una vita che l’ha sfibrato e deluso, si sente tradito e amareggiato e la guerra non...CONTINUA...
“L’odore del fieno” (1972) conclude “Il romanzo di Ferrara”, il lungo ciclo di storie dedicate da Bassani alla sua città e alla comunità ebraica quale emblema di una condizione esistenziale.
Dopo la lettura de “L’airone”ci si aspettava un romanzo nuovo, arioso, forte della catarsi ormai realizzata, ci si ritrova invece una sorta di miscellanea di scritti, che ripropongono i consueti temi autoriali, ma in modo frammentario e discontinuo.
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L’airone” è il romanzo del dolore definitivo, di un malessere esistenziale onnicomprensivo che pervade ogni aspetto della realtà: l’individuo, i suoi affetti, le cose, la natura. Soltanto dopo essere scesi nell’abisso più profondo sarà possibile risalire e progettare di nuovo. Bassani stesso dichiarerà di essersi sentito liberato dopo aver concluso quest’opera.
Edgardo Limentani, il protagonista, è un avvocato di quarantacinque anni, ebreo...CONTINUA...
“Sono stato molto infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane, da uomo fatto; molte volte, se ci ripenso, ho toccato quello che si dice il fondo della disperazione. Ricordo tuttavia pochi periodi più neri, per me, dei mesi di scuola fra l’ottobre del 1929 e il giugno del ’30, quando facevo la prima liceo”.
La giovinezza a volte diventa l’età più triste e difficile: così succede al narratore di questo romanzo, che rievoca quegli anni e il senso di esclusione e di solitudine che li hanno segnati. Di nuovo è la memoria a tracciare le linee conduttrici del racconto...CONTINUA...
Su ispirazione della memoria lo scrittore è spinto a raccontare di un’elegante e aristocratica famiglia ebraica, vissuta in raffinato isolamento a Ferrara e distrutta poi con la deportazione e lo sterminio.
Riappaiono tra le sue evocative pagine i Finzi-Contini: il professor Ermanno e la signora Olga con l’anziana madre Regina e i loro figli Alberto e soprattutto Micol, per sempre bella e sfuggente, affascinante e tragica...CONTINUA...
“Avevamo ammucchiato mezzo metro di roba morbida, fra cui: due polverose valigie di pelle, una polverosa discreta quantità di carta e cartone, della tela che era appartenuta al catino polveroso di una tenda da campeggio (che si chiama catino lo so perché l’ho letto su una pubblicità), alcuni polverosi vestiti usati, due cuscini di un divano ormai dilaniato dalla polvere e dai ragni, alcuni polverosi sacchi di tela verde, il cui contenuto è rimasto ignoto. Ho pensato a Tex, alle notti accanto al fuoco da campo, al cielo stellato...CONTINUA...
Non parlerò del libro “An Education”, che non ho letto, né del film “An Education”, che non ho visto. Parlerò del racconto “An Education”. Quel racconto che nel 2003 la giornalista Lynn Barber ha pubblicato sulla rivista inglese “Granta” dal quale, nel 2009, è stato tratto l’omonimo film diretto da Lone Sherfig e sceneggiato da Nick Hornby. Sul numero 835 (26 febbraio-4 marzo 2010) della rivista “Internazionale” ho avuto modo di leggere la traduzione in italiano, curata da Diana Corsini, dell’originario...CONTINUA...
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