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Bruce Springsteen
Non poteva che essere questo il titolo dell’autobiografia di Bruce Springsteen, “nato per correre”. Scrivere un’autobiografia vuol dire che si pensa che la storia della propria vita possa interessare a qualcuno, un gesto abbastanza autoreferenziale che secondo me dovrebbe essere riservato solo a persone ormai avanti con gli anni o che sanno di essere vicine alla fine. Mi è capitato spesso di vedere in libreria autobiografie di giovani star della musica o addirittura di nuovi influencer poco più che ventenni, cosa mai avranno di così interessante da raccontare? Come puoi capire qualcosa...CONTINUA...
“«Scusa, Jackie, se non è una domanda troppo personale, mi spieghi perché hai cambiato chiesa?» «Oh, be', mia figlia ha cominciato ad andare a scuola, e la chiesa episcopale è proprio di strada. A volte l'accompagno e poi mi fermo a scambiare due chiacchiere con qualche signora della congregazione. Sai com'è, mi torna più comodo.»” (pag. 49)
Leggendo I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani, opera d'esordio della traduttrice...CONTINUA...
Sono le 20 e 23 quando le note del tema di “C’era una volta in America” di Ennio Morricone risuonano nello stadio: è il segnale, il concerto sta per iniziare. Siamo a Milano, nello stadio San Siro, il palco è posizionato sul lato lungo del campo e noi ci troviamo sulla tribuna di fronte, nel terzo anello, quello più alto. Insieme a noi altre 60.000 persone che nell’ultima ora hanno più volte espresso la loro impazienza con applausi spontanei e cori dedicati a lui, Bruce Springsteen.
Uno alla volta entrano i membri della E-Street Band, tra questi Garry Tallent, bassista e membro fondatore...CONTINUA...
Eroi al tramonto, potremmo scrivere a giusta ragione. Il destino di Mickey Rourke e Randy “The Ram” Robinson, suo alter ego di celluloide, non sembrano poi cosi differenti se inquadrati nell’ottica dell’ american dream: dalle stelle alla polvere – ma per Rourke il giusto riscatto, una nuova folgorante carriera nel mondo del cinema, potrebbe arrivare proprio da questo film, nonostante l’Oscar mancato per un soffio. Il regista newyorchese Darren Aronofsky, al suo quarto lungometraggio, dimostra ancora una volta il suo eclettismo tematico: dopo aver analizzato...CONTINUA...
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