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Christopher Plummer
In “Ararat” si denuncia, sopra ogni cosa, la mancanza di memoria. Dello sterminio perpetrato dai Turchi ai danni degli Armeni, purtroppo, se ne è parlato, e se ne parla, sempre poco o per niente. E' per questo che anche i discendenti dei pochi sopravvissuti devono cercare la verità. Il mondo, infatti, fatica ancora oggi a riconoscere concretamente uno dei genocidi più feroci del XX secolo.
“Quando ero piccolo a me nessuno ha raccontato niente. Soltanto ora ho letto qualcosa, per entrare meglio nella parte. E ho visto che, certo, ci sono state delle deportazioni. Sono morti in parecchi, Armeni...CONTINUA...
Nulla è per sempre… neanche la morte.
C’era molta attesa per il ritorno nelle sale del geniale Terry Gilliam; molta attesa perché di Parnassus se ne parlava oramai da un bel po’, e non solo perché è l’ultima pellicola interpretata da un attore entrato nel mito perché prematuramente scomparso – e perché bravo, e quest’ultimo film interpretato, se mai ce ne fosse bisogno, è una conferma ulteriore del talento dello sfortunato australiano -, come Heath Ledger. Non c’è solo Ledger, naturalmente, c’è soprattutto il talento visionario dell’eterno fanciullo Gilliam...CONTINUA...
Nel 1962 esce in Francia un’affascinante breve pellicola (tra il corto e il mediometraggio: 29 minuti) di Chris Marker, La Jetée, nella quale il regista francese si avvale esclusivamente della voce fuori campo per narrare una storia in cui scorrono fotogrammi di un futuro post atomico davvero inquietante: “Questa è la storia di un uomo segnato da un’immagine di infanzia” – cosi Marker ci invita nei territori fanta-apocalittici immaginati, costruendo uno dei corti più visionari e angoscianti della storia del cinema...CONTINUA...
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