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exorma
La frase apparentemente assurda di una prof di Mauro Orletti, “supponiamo di supporre un metro lungo due metri”, acquista un senso come dimostrazione che “se una proposizione è vera, potrebbe esserlo anche il suo contrario e potrebbero essere vere anche tutte le proposizioni intermedie” (pp.244). Senso che si ripropone di pagina in pagina nel romanzo biografico-autobiografico di Orletti, in cui alle vicissitudini bizzarre, a volte esilaranti, altre volte drammatiche...CONTINUA...
Tecla è una bambina abbandonata, raccolta dalle suore di un convento della Bassa padana, in un secondo dopoguerra appena accennato, talmente lontano da quel mondo rinchiuso da non restare neppure sullo sfondo. Di questo universo parallelo cogliamo gli aspetti più oscuri, tristi, disumanizzanti. Ci sono figure spettrali e quasi uscite dalla stessa terra (la donna che lava via la paura, il rabdomante), inquietanti presenze a mezzo fra angelo custode e demone (la donnadischiena), le suore stesse sono una specie di entità collettiva priva di personalità, meccanismi di un ingranaggio sempre...CONTINUA...
Forse una chiave di lettura di “Nessun nome per Emilio”, romanzo del messicano di origine italiana Fabio Morábito, sta proprio nell’ambivalenza del titolo originario “Emilio, los chistes y la muerte”, ovvero “Emilio, gli scherzi e la morte”. Ambivalenza che è propria dell’adolescenza, l’età di Emilio il protagonista “senza nome” del romanzo; il quale si ritrova, dopo la separazione dei genitori, solo e senza fratelli, a gironzolare per il cimitero semiabbandonato vicino casa. Un girovagare...CONTINUA...
È possibile fare dell’ironia su una materia come la santità senza rischiare di offendere la sensibilità religiosa? È ancora valido, oggi, in un mondo laicizzato al massimo, il vecchio adagio “scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”? Con che diritto si possono riscrivere le agiografie e le storie sacre, sottolineandone l’incredibilità agli occhi umani?
Jacopo Masini fa tutte queste cose: riscrive, attualizza, ironizza, mostra l’assurdo di quelle che tuttavia restano spesso personali convinzioni. Scrive infatti in apertura della sua raccolta: “qualcuno possiede un sistema infallibile per...CONTINUA...
Chiunque abbia fatto il liceo, ad un certo punto è incappato nell’espressione “genius loci” e probabilmente la prima cosa a cui ha pensato è stato il genio blu di Aladdin. Ovviamente in questo caso non si tratta di quel tipo di genio, si parla invece di uno spirito, che per quanto invisibile, esiste e caratterizza tutti i luoghi, o almeno, questo è il concetto alla base del libro.
L’idea di uno “spirito del luogo” è forse vecchia come l’umanità, e per quanto la civiltà moderna occidentale sembra essersene dimenticata, non è ancora così per buona parte del resto del mondo.
L’autore, Stefano...CONTINUA...
“A quel punto, ora che erano tutti lì riuniti, il Principe propose di celebrare lo scampato pericolo. Il capitano su d’accordo. La vita è tutta una traversata, si è in viaggio fin dalla nascita, ogni piccolo spiraglio di luce è un avvenimento così raccolto, così breve, come tutto quello che lo segue. Lui aveva incrociato mille volte in quelle acque e ora qual era la rotta?” (pp.78). Così Haroldo Conti nel raccontare le vicissitudini di un gruppo eterogeneo di personaggi fuori del comune, imbarcati verso...CONTINUA...
I Balcani sono una regione complicata, geograficamente parlando non è nemmeno sicuro dove inizino e dove finiscano, quando poi si comincia a studiarne la storia, i popoli, i confini attuali e quelli passati, diventa una vera e propria sfida anche per l’analista più motivato.
Un luogo così merita una letteratura di viaggio adeguata ed è questo che “La Frontiera Spaesata” ci vuole offrire: si tratta sicuramente di un libro di viaggio, ma non è un diario, nemmeno una guida o un...CONTINUA...
Qualche mese fa, Paolo Miorandi è tornato in libreria, sempre per i tipi di Exòrma, con L’unica notte che abbiamo, un’opera che dà voce a molti protagonisti di un’unica vicenda umana: tutti un po’ si somigliano, ma i fili di diverso colore delle esistenze si intrecciano – in un solo modo – a formare la trama che scorre sotto gli occhi. Narrare una storia da svariati punti di osservazione...CONTINUA...
Se avete frequentato un qualsiasi tipo di liceo che tra le materie prevedeva filosofia, la città di Königsberg non vi sarà nuova. Un nome nascosto negli estremi meandri della vostra memoria, coperto di polvere e quasi illeggibile, ma non cancellato. Come mai? Semplicemente in quest’angolo di nord Europa, sulle sponde del freddo Mar Baltico, è nato e vissuto Immanuel Kant. Il grande filosofo che insieme al collega Hegel e a Manzoni con “I Promessi Sposi” occupa le prime posizioni nella classifica di autori che la scuola riesce a farci odiare maggiormente.
Oggi la città ha ufficialmente cambiato...CONTINUA...
La scena si apre sul porto di Le Havre, proprio il 31 dicembre 1899, quando il piroscafo mercantile Holy Steam è in procinto di salpare alla volta di Buenos Aires. Apparentemente tutto nella norma se non fosse che nella stiva a vapore si trovano gli artisti di un piccolo circo itinerante, Au Diable Vauvert, locuzione tipica francese che designa luoghi lontani, senza tempo. Un “senza tempo” che rispecchia in pieno le intenzioni dell’autore, Stefano Di Lauro, definitosi a buon ragione “mitonauta”, di fatto - il lettore avrà modo di scoprirlo fin dalla prima pagina del romanzo - un grande indagatore...CONTINUA...
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