Categoria:
famiglia
Scritti con grande perizia e connotati da uno stile sobrio, ponderato, che ama mettere sotto la giusta luce cose e singoli eventi, i racconti di Gianluigi Bodi proposti da Arkadia con il titolo di Un posto difficile da raggiungere rivelano in modo indiscutibile la notevole familiarità dello scrittore veneziano con la narrazione breve, una forma che appare tra le sue mani lo strumento ideale per indagare tra i piccoli e grandi avvenimenti, soprattutto interiori, che caratterizzano la vita di noi...CONTINUA...
Con un po' di ritardo rispetto all'uscita (settembre 2021) ho deciso di ritornare a Miguel Bonnefoy. Ed è il piacere di sempre. Il piacere di incontrare di nuovo la scrittura incantevole di uno scrittore d'infinito talento. Così come già accaduto in precedenza per "Il meraviglioso viaggio di Octavio" (2015) e per "Zucchero nero" (2018), anche al cospetto di "Eredità" ho provato la fascinazione...CONTINUA...
Qualche volta la quarta di un libro è sfavillante: induce a un acquisto irrazionale, la cui irragionevolezza è comprovata spostando appena di poco lo sguardo più sotto o, come in questo caso, dentro il risvolto, sul prezzo di copertina.
Qui, la quarta è forviante al contrario, perché banalizza, pur essendo un brano estrapolato dallo stesso romanzo. Probabilmente, la scelta dell’editor non è caduta sul brano giusto: non è il più significativo o il più pregnante. È vero, vi si accenna al palazzo che brucia, riecheggiando il titolo, ma ciò non basta a determinarne l’elezione.
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Anna viene chiamata Annetta perché non cresce come fanno le altre bambine della sua età. Nel mancato allungamento delle sue ossa c'è la cosciente e recepita volontà di non voler diventare grande. "Se ci vuole ostinazione per non crescere, io ne avevo anche troppa" si legge fin dall'inizio di "Una minima infelicità" di Carmen Verde. Non crescere vuol dire perseverare...CONTINUA...
Stanca di sentirsi sul punto di straripare, Iris realizza che è giunto il momento di affrontare il suo inconscio, inizia a guardarsi dentro senza filtri. Rivede le spiagge salentine che le hanno strappato l’innocenza e i quartieri della capitale in cui ha cercato fortuna, ritrova nei ricordi adolescenziali frammenti di sé stessa che credeva perduti, insegue gli spettri di un amore fatale e di un’amicizia che si è trasformata in un rimpianto. Fino a far emergere le corrispondenze segrete fra gli eventi della propria vita.
Un memoir visionario, in cui...CONTINUA...
Marie freme dietro un vetro trasparente.
È giunta in aeroporto per prendere Ahmad che appare spaesato, esitante al punto da chiedere informazioni sulla via d’uscita.
Non la vede.
Marie non desiste, si dimena in tutti i modi, battendo il pugno, gesticolando.
E desidera apparire al meglio tanto da nascondere la fascia elastica che le cinge il polso.
Chiedendo aiuto ad una passante, riuscirà finalmente ad attirare l’attenzione...CONTINUA...
Se avessi letto "La vedova" senza conoscere il nome del suo autore, mai sarei riuscita ad associare questo romanzo a José Saramago. Troppa la distanza stilistica tra questa sua opera prima, uscita nel lontano 1947, e gli scritti della maturità letteraria. "La vedova", pubblicato per la prima volta in Italia da Feltrinelli solo nel 2022, a cento anni dalla nascita dell'autore, ha recuperato il titolo che Saramago aveva scelto e che il suo primo editore, invece, aveva rifiutato e sostituito con "Terra...CONTINUA...
Il nucleo originario de "Le cinque ferite" è rappresentato da un racconto scritto per il New Yorker nel 2009. Il titolo fa riferimento alle cinque ferite che, secondo la tradizione cristiana, vennero inflitte a Gesù Cristo durante la crocifissione: quelle alle mani e ai piedi, quella al costato, quelle sul capo provocate dalla corona di spine e, infine, quelle riportate su tutto il corpo a seguito delle frustate ricevuto sulla via crucis. Ed è proprio con una crocifissione che Kirstin Valdez Quade apre il suo romanzo. Una crocifissione messa in scena...CONTINUA...
"Il miele e l'amarezza" o del disfacimento di una famiglia. Un romanzo non tenero, una narrazione a più voci che scava dentro imponderabili silenzi, quelli che si radicano nell'animo di chi si ostina a rimanere aggrappato alle proprie sofferenze e non sa darsi altra soluzione. Ogni capitolo porta il nome del parlante di turno: Mourad, marito e padre, Malika, moglie e madre, Samia, la prima figlia, Moncef e Adam, i fratelli di Samia, e Viad, il badante di colore. Sono loro i personaggi che Tahar Ben Jelloun ha creato...CONTINUA...
"Nuestra piel muerta" è divenuto, tradotto in italiano e pubblicato da SUR, "Questo mondo non ci appartiene". Avrei preferito, da lettrice, che si fosse mantenuto il titolo originale: "La nostra pelle morta": più diretto, più incisivo, più affine al senso dell'opera. Un'opera prima, tra l'altro. Scritta da Natalia García Freire, giovane autrice ecuadoriana che, evidentemente, possiede un talento notevole. Un romanzo dalle sfumature gotiche...CONTINUA...
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