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Filippo Timi
Carmelo Bene. Un nome che vale un secolo, un secolo di nomi: e non è solo il Novecento, la vera classicità è extratemporale, perennemente inattuale, perché sfugge alle regole di quel chiacchiericcio informato dei fatti che chiamiamo attualità. E sono cose che Carmelo ha sempre detto, predicando (da deserto) al deserto. Esiste un’opera; letteraria prima ancora che teatrale, cinematografica oltre che radiofonica e televisiva, da consegnare ai posteri, da custodire nella memoria, se ancora osiamo averne, o millantarne, una.
Certo per pubblicarla o ripubblicarla quest’opera letteraria pare davvero...CONTINUA...
Opera prima di un giovane fisico, Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi è stato il caso letterario del 2008, in Italia, aggiudicandosi il Premio Strega, il Premio Campiello opera prima e vendendo un elevato numero di copie. La storia di Alice e Mattia, che tanto ha toccato l’intimo dei lettori di ogni età, era dunque immaginabile che in breve tempo sarebbe diventata opera di celluloide. Nessun dubbio in merito, ed infatti così è stato. Poco più di un anno e mezzo dopo, in effetti, in concorso al Festival di Venezia e contestualmente...CONTINUA...
Da tagliatore di teste per le grandi multinazionali a killer, il passaggio è stato breve per il divo hollywoodiano più retrò dell’attuale panorama cinematografico. George Clooney, dopo il successo ottenuto con lo sfaccettato protagonista di Up in the air (2009), torna nelle sale incarnando un personaggio ancora più enigmatico e ricco di impercettibili sfumature, interpretando un killer americano rifugiatosi in un paesino dell’Abruzzo per sfuggire a sconosciuti sicari svedesi che lo vorrebbero eliminare. Questa è la premessa, in pieno stile action-thriller...CONTINUA...
A quasi quattro anni da Quo vadis, baby?, opera davvero trascurabile, Gabriele Salvatores torna nelle sale trasponendo un recente successo editoriale (Premio Strega 2007) di Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda, e dunque ritrovando quelle atmosfere da fiaba iniziatica nera che lo avevano ispirato nel riuscito Io non ho paura. Io non ho paura è l’unico film davvero bello di Salvatores, dopo Mediterraneo (Oscar come miglior film straniero nel 1992), nonostante sia ispirato ad un libro certamente di successo, ma molto...CONTINUA...
Dopo la pessima prova fornita con Cuore sacro, forse il suo picco negativo, il regista italo-turco Ferzan Ozpetek torna sulle tracce de Le fate ignoranti per raccontarci una storia corale i cui motivi narrativi sono sempre centrati sulle diverse facce dell’amore omosessuale. Diverse facce che, nel suo universo di celluloide, paradossalmente, si somigliano fin troppo, non scalfendo mai il livello di superficie restituito agli spettatori ed evidenziando la carenza di un elemento fondamentale per un cinema che ambisca a...CONTINUA...
La pellicola apre sul primo piano di un ragazzo. Un volto ci guarda fisso negli occhi e sembra non tradire alcuna emozione; ci parla con misura, quasi con distanza. Ci spiega le motivazioni per cui ha deciso di intraprendere il cammino del noviziato, ragionando sul tema della ricerca della propria identità. L’identità nella ricerca di Dio, del suo mistero, del suo Verbo lasciato in terra e tradotto dagli uomini. Andrea è un bel ragazzo, deciso, curioso, colto, apparentemente privo di dubbi sull’importante scelta di vita che sta per compiere. Lo accoglie un monastero di Padri gesuiti situato in...CONTINUA...
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