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Giuseppe Sinopoli
Tempo fa, a chiusura di un articolo su "Parsifal a Venezia", avevamo citato delle parole di Cesare De Michelis sull'opera di Sinopoli: “prima di tutto veniva la ricerca della verità, prima dell’arte e della sua stessa arte, e le strade che ad essa potevano condurre andavano battute tutte, senza risparmio, nessuna esclusa. Il vero e il buono, dunque, venivano prima del bello, anche se quest’ultimo rappresentava un inquietante segnale di allerta, un ineludibile avvertimento di grandezza”. Parole che - difficile pensare il contrario - rimangono valide anche per CONTINUA...
Chi avesse già letto “Parsifal a Venezia”, il complesso racconto–saggio di Giuseppe Sinopoli, sicuramente ritroverà molto di quel percorso iniziatico anche nelle quattro conversazioni sulla Tetralogia wagneriana che il Maestro tenne a Roma tra il 1988 e il 1991 su invito degli Amici di Santa Cecilia. Conversazioni poi raccolte nel “mio Wagner” a cura dell’ottimo Sandro Cappelletto. Ogni pagina del libro è un tale concentrato di erudizione e di collegamenti tra musica, filosofia, arte, letteratura, psicanalisi...CONTINUA...
A dieci anni dalla sua morte è probabile che il nome di Giuseppe Sinopoli sia relegato nella memoria dei musicofili e rimanga ignoto ai più. Eppure di un intellettuale come lui, di immensa cultura e con un’enorme vastità di interessi, avremmo ancora bisogno, non fosse altro per sanare l’immagine di un’Italia in caduta libera. Una profondità di conoscenze testimoniata sia dal suo curriculum artistico sia dai suoi studi accademici (potrà sorprendere ma la sua intelligenza, anche nelle vesti di studente, si è dimostrata molto più brillante rispetto quella di altri noti intellettuali italiani, tipo...CONTINUA...
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