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Mao zedong
Bernardo Cervellera, nell’introduzione al libro, ci ricorda che, una volta sepolto Mao, il sistema economico cinese è cambiato profondamente: “da comunista a liberale-anarchico” (pp.11). In altri termini un paese dove domina incontrastato un partito unico, ancora denominato comunista, che ha conservato la vocazione totalitaria- compresa la negazione della libertà religiosa - e che nel contempo ha permesso l’affermarsi di uno spietato turbocapitalismo. Contraddizioni che Gerolamo Fazzini, curatore di “In catene per Cristo”, sfiora appena, salvo poi prendere in esame una delle politiche che mostra...CONTINUA...
Cina, 1971. Solo pochi anni prima il Presidente Mao aveva dato inizio alla Grande Rivoluzione Culturale. I due protagonisti del libro, la voce narrante e il suo amico Luo, sono figli di borghesi nemici del popolo, in realtà solo dei medici che il regime considera però soggetti pericolosi e reazionari. Per questo i loro figli, poco più che adolescenti, sono costretti a recarsi presso un campo di rieducazione: le università furono chiuse e i “giovani intellettuali”...CONTINUA...
Kundun vuol dire “prescelto”, ma anche “presenza”, “oceano di saggezza”, tutti appellativi che racchiudono l’essenza del Budda. Kundun è il Budda reincarnato, il nome che i monaci buddisti tibetani riservano al “Sacro Signore”, il Dalai Lama. Martin Scorsese, dieci anni or sono, a poca distanza temporale dal più hollywoodiano Sette anni in Tibet (diretto dal francese Jean-Jacques Annaud e interpretato da Brad Pitt), propose una più personale, intima e rarefatta chiave di lettura del tempo cruciale del quattordicesimo – e ancora attuale...CONTINUA...
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