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Maria Elena Boschi
In questi giorni – novembre 2018 – i media italiani si occupano delle assunzioni in nero del padre di Di Maio e, col consueto sprezzo del ridicolo, l’ex ministra Maria Elena Boschi ha preso la palla al balzo lamentandosi di quel destino cinico e baro che tanto l’ha fatta soffrire: “Mio padre è stato tirato in mezzo ad una vicenda più grande di lui per il cognome che porta e trascinato nel fango da una campagna di odio - attacca la Boschi -: caro signor Di Maio, il fango fa schifo", dice riferendosi a Banca Etruria. "Le auguro di dormire sonni tranquilli, e di non sapere mai cos'è il sentimento...CONTINUA...
Il passaggio incriminato lo possiamo leggere a pagina 209: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiede quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata”. Poche righe che, come sappiamo, hanno scatenato un ginepraio: una querela minacciata ma mai presentata da parte della Boschi, una richiesta di risarcimento danni dopo mesi, polemiche sfociate...CONTINUA...
Esistono dei renziani sfegatati che fino a poco tempo fa si dicevano altrettanto accaniti antiberlusconiani. Cosa poi sia successo non è dato sapere: se in realtà il presunto antiberlusconismo fosse pura malafede, motivato non da etica e valori ma dall’appartenenza di partito; se invece il virus dello “storytelling”, scambiato per realtà, abbia attecchito anche nei più insospettabili. Certo è che la lettura del libro-inchiesta di Davide Vecchi, “Matteo Renzi. Il prezzo del potere”, malgrado sia scritto bene e con riscontri rigorosi, potrebbe gravemente infastidire questi simpatizzanti dell’ex...CONTINUA...
Coloro che hanno letto “La Costituzione spezzata”, siano pure ammiratori del berluschino, credo potranno convenire che Andrea Pertici è persona molto educata. Di questi tempi è molto difficile mantenere la calma e la lucidità di fronte al can can mediatico che precede il fatidico 4 dicembre 2016; soprattutto se non si crede affatto all’adagio che “tanto non cambia niente”. Oppure, al contrario, se non si apprezza nemmeno il “cambiamo, almeno succede qualcosa”, “se poi va male si cambia ancora”. A prescindere da ogni altra considerazione di merito, come se cambiare...CONTINUA...
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