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partigiani
La Maria citata nel titolo è Maria Peron, infermiera e partigiana. Il libro di Amalia Frontali, uscito nel 2021 per Nua Edizioni, ripercorre e racconta, con l'apporto di una narrazione fluente, supportata da puntuale documentazione storica, la vita partigiana di Maria. Il primo impatto "letterario" con questa figura femminile avviene durante la sua rocambolesca fuga dall'ospedale Niguarda di Milano. Maria, infatti, è una delle infermiere...CONTINUA...
Un libricino minuto nell’aspetto ma grande nei contenuti. “Bella Ciao – Storia e Fortuna di una Canzone”, si presenta come un innocuo opuscolo, piccolo e stretto, contiene però una storia quantomeno appassionante e che alla fine riguarda una buona fetta di popolazione mondiale e che di recente ha trovato un ulteriore mezzo di diffusione grazie alla famosa serie televisiva CONTINUA...
“Talvolta, di fronte a un falò serale, mentre in lontananza si udivano canti nostalgici in tedesco, Stanis parlava con alcuni commilitoni, tutti ragazzi della sua età o poco più grandi. Tutti con storie simili alla sua alle spalle. Tra di loro c’era Arturo, il giovane che combatteva chiunque, ‘sempre per l’Italia’, e col quale aveva stretto il rapporto più solido, forte della conoscenza pregressa. Ogni loro discorso era basato sull’onore della Patria da salvare e sull’ansia del combattimento. Fremevano all’idea di partire per il fronte per riscattare la vergogna dell’armistizio e del tradimento...CONTINUA...
La cosiddetta “narrazione”, che attualmente viene tradotta - in virtù del nostro provincialismo - come “storytelling” e messa in cima alle priorità dei politici rampanti, a quanto pare ha fatto danni anche in tempi non sospetti; in particolare nel primo dopoguerra. A farne le spese un mite e coraggioso contadino toscano, Elio Bartolozzi che, nella primavera del 1944, aiutò due partigiani feriti a mettersi in salvo. Quando poi fece ritorno alla sua cascina, i nazifascisti, avvisati probabilmente da un suo vicino, lo arrestarono; e così iniziò un lungo calvario: prima le torture a Villa Triste,...CONTINUA...
Se vogliamo prendere per buona la definizione proposta dall’Historical Novel Society allora anche “Bora scura” di Leandro Lucchetti, seppur per il rotto della cuffia, potrà essere catalogato tra i “romanzi storici”. Quello che piuttosto ci sentiamo di affermare è che l’opera dello scrittore triestino Leandro Lucchetti non è assimilabile ad un romanzo politico, se inteso alla stregua di esercizio di propaganda o a qualcosa sfacciatamente di parte. Da questo punto di vista il brano riportato in quarta di copertina dice già molto: “– In Montenegro ammazzavamo la povera gente che stava con...CONTINUA...
Resistenza e polemiche sul revisionismo sono un binomio che pare davvero inscindibile, e anche nel 2013 non ci siamo fatti mancare nulla. Questa volta pietra dello scandalo un libro di Sergio Luzzato, “Partigia”: il racconto di una vicenda, fino ad ora poco nota, che vide coinvolto il giovane Primo Levi. La sua attività di partigiano si interruppe presto, precisamente nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1943, quando venne arrestato, in località Amay (Valle d'Aosta), durante un rastrellamento della milizia fascista. Con lui finirono in manette anche Luciana Nissim e Vanda Maestro, Aldo Piacenza...CONTINUA...
Nella quarta di copertina leggiamo: “Questo romanzo è la naturale integrazione e l’indispensabile complemento di Centomila gavette di ghiaccio”. E fin qui tutti d’accordo, soprattutto nel definirlo romanzo. Mentre la più celebre opera di Bedeschi è stata definita anche “testimonianza” e comunque un racconto di vita nel quale, pur con i nomi dei reali protagonisti reinventati dall’autore, prevaleva la tragica esperienza diretta della ritirata di Russia, nel successivo “Peso dello zaino” (prima edizione 1966) le cose non stanno proprio così. E’ vero che la prima stesura di “Centomila gavette di ghiaccio”...CONTINUA...
“Fu un amore, amici,
che doveva finire;
credemmo che gli uomini fossero santi,
i cattivi uccisi da noi,
credemmo diventasse tutta...CONTINUA...
Se qualcuno poteva pensare ad un Pansa intimidito o quanto meno indisposto ad essere ancora oggetto delle furibonde polemiche contro i "revisionisti" della Resistenza, si è sbagliato di grosso.
Com'è successo col precedente "La Grande Bugia", che seguiva a ruota "Il Sangue dei vinti" e si occupava delle storie meno nobili della guerra civile e dell'accanimento di storici e militanti politici nel negarle, anche contro ogni evidenza, con "I gendarmi della memoria" il giornalista prosegue, anch'egli accanito e cattivissimo, a replicare ai suoi detrattori.
Il libro da un lato ripercorre l'esperienza...CONTINUA...
Potrà sembrare strano, giusto a qualche anima semplice, ma in questo Paese capita che dei casi editoriali su argomenti sicuramente controversi trovino ampio foraggio grazie agli accesi scontri ideali-ideologici tra lettori virtuali.
In altra sede avevo parlato di lettori paragnosti, ma il concetto è lo stesso e, spero, anche intuibile.
Quanti di voi hanno sentito queste frasi: "Io mi sono rifiutato di leggerlo perché…", "Io non l'ho letto però…"?
Interpretazioni autentiche, scaturite da notizie di seconda, terza, quarta mano che - mi permetto - all'atto della lettura del libro incriminato (azione...CONTINUA...
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