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Rainer Maria Rilke
Carmelo Bene. Un nome che vale un secolo, un secolo di nomi: e non è solo il Novecento, la vera classicità è extratemporale, perennemente inattuale, perché sfugge alle regole di quel chiacchiericcio informato dei fatti che chiamiamo attualità. E sono cose che Carmelo ha sempre detto, predicando (da deserto) al deserto. Esiste un’opera; letteraria prima ancora che teatrale, cinematografica oltre che radiofonica e televisiva, da consegnare ai posteri, da custodire nella memoria, se ancora osiamo averne, o millantarne, una.
Certo per pubblicarla o ripubblicarla quest’opera letteraria pare davvero...CONTINUA...
Che cosa significa essere un uomo di spettacolo, che però aborre lo spettacolo? O un artista totale in mezzo al suo disfarsi di se stesso? Che cosa significa essere un pensatore acuto, un brillante affabulatore e al tempo stesso disprezzare il pensiero, quando si fa racconto e spiegazione?
Che cosa significa fare film, e disprezzare il cinema?
Troviamo la risposta a queste domande in questo libro d’interviste a Carmelo Bene, uscito per Minimum fax nel 2011, Contro il cinema, e curato da Emiliano Morreale, libro che ci dà un’ulteriore prova dell’estrema consapevolezza dell’artista...CONTINUA...
In poesia decisivo è il silenzio. Decisivo per il poeta, perché il silenzio è laddove germina la parola poetica; decisivo per il lettore che, per rendere possibile l’ascolto, deve fare silenzio e vuoto dentro di sé.
Così in questa raccolta di Ksenja Laginja, “Praticare la notte”, edita nel novembre 2015 da Giuliano Ladolfi Editore e introdotta da Gianni Priano, si esplora - con una scrittura di grande duttilità e morbidezza, fatta di versi rapidi e rapiti - una dimensione in cui il silenzio è raccontato come una sfida alle possibilità delle parole, loro limite, ma anche loro vertigine...CONTINUA...
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