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rogo di Primavalle
“Altro che fantasia al potere. Una barzelletta, lo ammetto. Ma l’essenza di quei primi anni Ottanta a Roma era lo sfrenato, disperato, bisogno di comunicare chi e cosa eravamo. Come se la violenza del passato decennio avesse lasciato una ferita indelebile. Volevamo parlare, urlare. Dovevamo farlo per toglierci di dosso delle ignobili e superficiali etichette imposteci da chi, negli anni precedenti, aveva colorato di rosso le strade della nostra città. A chi aveva creato mostri, relegandoci al di fuori di ogni consesso. Sentivamo che, a ben vedere, potevamo...CONTINUA...
“Fu la fedeltà alle narrazioni ascoltate a casa a portarla in mezzo agli scomposti anni Settanta, con un bagaglio di pochissime, incrollabili certezze: bisognava essere diversi. Aspettava l’ingresso al liceo come fosse un lasciapassare per la politica vera, quella dei ragazzi che aveva visto in piazza, quella degli slogan gridati nei megafoni, quella che ai suoi compagni di scuola media non interessava, quella che interessava solo a lei e a pochi altri, che lei s’immaginava come migliori, avvolti da un’aureola di eroismo, solo perché non scappavano davanti...CONTINUA...
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