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Roland Barthes
Questo mondo, e per mondo intendo i linguaggi che ci abitano, ha bisogno di definizioni, di classificazioni, categorie, nomi, per potersi ergere a segno arbitrario, che, discriminando e separando, finisce per annichilire quella dimensione profondamente aporetica, originaria, amniotica, che costituisce il fondamento di ogni parola che possa definirsi vivente, cioè poetica. Qui ci giochiamo tutto, è ora di finirla con questa fastidiosa lamentela antivitale e antiartistica: la poesia è inutile, la poesia è incomprensibile, la poesia è vana, la poesia non vende etc. Torniamo semplicemente all’etimo...CONTINUA...
Lo sappiamo: ogni libro di poesia è un prisma che sembra diverso per chiunque lo maneggi, un prisma che a rigirarlo fra le mani rivela sempre la sua natura multiforme. Ciò è particolarmente vero per questa bella silloge di Carlo Gregorio Bellinvia, “Omissis”, edita da Arcipelago itaca nel maggio del 2021, che a ogni lettura rivela aspetti diversi e sembra una fluttuazione segreta nelle regioni di un linguaggio, che se inesprime l’esprimibile, come...CONTINUA...
La lingua di Silvio Straneo accade come accadono le cose nei sogni e nelle favole, portando con sé la stessa luce magica, custodendo in sé gli stessi spiritelli un po’ dispettosi e le loro fantasie indomite. Con ironia divertita e leggerezza incantata Straneo attraversa le lande spesso così inospitali del linguaggio, per recare “conforto” a tutti noi, i parlanti, il conforto di una lingua fantasiosa, di un’invenzione linguistica molto rigorosa, tanto più rigorosa tanto più è divertita (l’autore è così in controllo dei propri mezzi stilistici che si avverte la sua gioia creativa, vera sorgente della...CONTINUA...
Bisogna dare atto alla Marietti di aver compiuto un'importante scelta editoriale nell'aver recuperato, con acume e con lungimiranza, questa interessante intervista a Roland Barthes registrata a Firenze nel dicembre del 1965, una conversazione finora inedita, rimasta chiusa nel cassetto per più di cinquant'anni e riemersa solo grazie alla curiosità di Thomas Broden, francesista...CONTINUA...
Fabio Donalisio continua nella
sua operazione di scavo, di raschiatura di concetti, mirando a esprimere o,
come voleva Roland Barthes, inesprimere, nei suoi versi secchi e taglienti “il
minimo importante”, ciò che sfugge al nulla solo per l’illusione di senso che
gli diamo. Assenza è la parola chiave per comprendere questa poetica scabra, in
cui versi altrui vengono riutilizzati o modificati per generare una letteratura
di richiami e di rimandi, che a dispetto del vuoto, che sembra essere la trama
profonda del nostro vivere e scrivere,
si rivela densa. La rima...CONTINUA...
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