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URSS
“Dovranno trascorrere molti anni perché anche i comunisti italiani riconoscano il valore democratico di quella infelice battaglia combattuta e persa a Budapest. Montanelli lo aveva capito prima di noi”. Così Miriam Mafai nella prefazione a “La sublime pazzia della rivolta”, raccolta completa delle corrispondenze di Montanelli dal fronte della cosiddetta Rivoluzione ungherese del 1956. La Mafai, donna di sinistra, scriveva nel 2006 quando ancora il nome di Montanelli, col pretesto...CONTINUA...
Un libro che si presenta piccolino, in formato tascabile e di un bel giallo scuro. Pratico, simpatico, facile da vedere, certamente adatto alla filosofia di viaggio che professa. Una bella impaginazione, una pratica cartina in quarta di copertina che indica tutti i luoghi raccontati, e per fortuna perché molti sono sconosciuti ai più. Tutto sommato un aspetto fresco e giovane, che sicuramente si addice all’età dell’autrice, Eleonora Sacco, classe 1994...CONTINUA...
Transnistria, anche solo a leggerne il nome si fa fatica, quella sillaba “ni” circondata da due “s” suona male, non dovrebbe essere là, proprio come questo territorio separatista: una striscia di terra tra Moldavia ed Ucraina dove dal 1990 si è instaurato uno stato indipendente che l’ONU non ha mai riconosciuto. Spesso lo si sente nominare come ultimo baluardo delle passate glorie socialiste, una sorta di bottega d’antiquariato dove le statue di Lenin ancora campeggiano per strada e l’Unione Sovietica si rifiuta di passare.
Un luogo del genere si presta molto bene ad un libro di viaggio, ma...CONTINUA...
"Indirizzo Unione Sovietica" segue di tre anni "La vita privata degli oggetti sovietici", sempre dell'ottimo Gian Piero Piretto; ma questa volta l'autore sembra aver approfondito ancor di più le peculiarità di una cultura e di usi e costumi solo in parte condizionati dal regime comunista. Come scrive Marco Belpoliti nella prefazione, qualsivoglia analisi non può prescindere dal paesaggio russo, dalle immense distese di terra che si contrappongono agli spazi angusti della vita sociale. Un contesto che ha predisposto ad un'atavica malinconia ("sentimento struggente che promana dallo spazio immenso")...CONTINUA...
Nazionalismo e imperialismo, e non solo comunismo e collettivizzazione, sono alcune delle parole chiave presenti nell'ultimo libro di Ettore Cinnella dedicato al genocidio dei contadini sovietici. Parole che, come ha subito evidenziato l’autore, assumono un particolare significato alla luce anche della guerra non dichiarata tra la Russia di Putin e l’Ucraina di Porošenko. Le ricerche di Cinnella, non ci svelano soltanto le premesse e gli esiti devastanti dell’holomodor, ma anche le colpe degli storici e dei paesi occidentali che non vollero vedere o non furono in grado di comprendere cosa stava...CONTINUA...
“Diari ucraini” – è bene chiarirlo subito – non è un libro consigliabile ai tanti italiani sodali con lo “Zar” Putin. Oltretutto la vulgata che va per la maggiore, ovvero l’Ucraina in mano ad un nazionalismo fascista e manovrato dai loschi occidentali reazionari, non renderebbe merito al coraggio di Andrej Kurkov, ucraino nato in Russia che parla e scrive in russo. Con i suoi “diari” lo scrittore, grazie ad una narrazione spesso avvincente e che ha poco a che fare con lo stile giornalistico, ci ha raccontato di giorno in giorno le manifestazioni contro il regime di Janukovyč, le proteste di piazza...CONTINUA...
Non ha tutti i torti il professor Andrea Ungari quando, nella prefazione a “Il mito di Stalin nell’Europa orientale”, scrive: “il clima di sospetto e il sangue versato per la Rivoluzione vengono descritti senza concessioni letterarie, attraverso la descrizione dei personaggi incontrati, molti dei quali successivamente ‘scomparsi’ nell’universo concentrazionario sovietico, e delle situazioni vissute quando ancora Cucchi aveva libero accesso nei paesi oltrecortina. Ma proprio questo distacco e questa stringente descrizione rendono la scrittura di Aldo Cucchi coinvolgente e affascinante, portando...CONTINUA...
Non devono meravigliare le reazioni furiose all’articolo di Roberta Zunini, “L’internazionale fascio-comunista di Putin”, pubblicato sul Fattoquotidiano del 2 settembre 2014. Leggiamo qualche passaggio: “A Yalta, il fine settimana scorso, è avvenuto un piccolo ma intenso capovolgimento della storia, passato inosservato a molti media occidentali. Proprio per il suo valore simbolico, il Cremlino, anche se non direttamente, bensì ‘attraverso strutture parastatali’ – come ha spiegato il leader di Forza Nuova Roberto Fiore, unico italiano invitato – ha organizzato qui una due giorni intitolata ‘Russia...CONTINUA...
Cominciamo subito col leggere due affermazioni, una risalente all’aprile 1988 (fonte Ansa citata nel “Baratto”) e l’altra al gennaio 2005 (fonte Corriere della Sera). La prima: “Noi non abbiamo cattivi rapporti con il Partito comunista italiano e cerchiamo di averne sempre di migliori”. La seconda: “Se la sinistra andasse al governo il risultato sarebbe miseria, terrore e morte, come accade in tutti i posti dove governa il comunismo”. Qualcuno di voi si potrà chiedere chi caspita siano gli autori di queste frasi, la prima probabilmente di un progressista non del tutto ostile alla falce e martello...CONTINUA...
“Qualsiasi persona avrebbe visto in lui – in quel grigiore, in quell’essere ordinario – ciò che più desideravano vedere” (pag. 28). E’ con questa frase che si spiega “L’uomo senza volto” quale titolo della biografia non autorizzata di Vladimir Putin: la storia di un’incredibile ascesa, fuori da ogni logica apparente, ovvero come un anonimo ex agente del KGB sia riuscito a diventare leader incontrastato della Russia post-sovietica e come, grazie ad una politica autoritaria che tutto deve alla lezione comunista, abbia poi garantito il definitivo passaggio dalla disastrosa economia collettivista dell’Urss...CONTINUA...
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