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Allen Woody
Parigi è considerata la città dell’arte per antonomasia, dagli americani amanti del Vecchio Continente, e forse non soltanto da loro. Parigi per costoro è il tempio dell’arte tout court: poesia, letteratura, pittura, musica, cinema, danza e tutte le contaminazioni immaginabili tra le arti sono possibili in questo luogo cantato, evocato, ritratto e descritto con dovizia di particolari, nel tempo, dagli artisti stessi che vi hanno soggiornato. Chiedere loro perché Parigi è così magica, unica, il simbolo dell’estetica e della bellezza, del fascino romantico, retrò e...CONTINUA...
Torna Woody Allen, con una commedia sentimentale che riprende alcune tematiche a lui care, sviluppate attraverso diversi registri narrativi del suo cinema più recente. E sorprendentemente - ma non poi tanto, a ben guardare - torna proprio a Londra, abbandonata da due film a questa parte e protagonista del filone più glaciale e pessimista (la trilogia Match Point, Scoop, Sogni e delitti) del regista newyorchese. Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, titolo volutamente beffardo e fuorviante - ancorché l’originale...CONTINUA...
Dopo il più che dignitoso viaggio in Europa, lungo quattro anni e quattro film – da Match Point a Vicky Cristina Barcelona -, Woody Allen torna in America, e neanche a dirlo nella sua adorata Manhattan, terra dell’ispirazione primordiale, luogo che ha consentito al regista newyorchese di partorire i suoi film migliori. E mi riferisco a opere come Io e Annie, Manhattan, Crimini e Misfatti, Hannah e le sue sorelle, più tutta una serie di pellicole di indubbia qualità. Allen torna a...CONTINUA...
Continua il viaggio in Europa di Woody Allen il quale, dopo il nebbioso trittico londinese, approda nella solare ed estiva Barcellona per raccontarci ancora – ciclicamente torna su questi sentieri – delle fragili (in)certezze dell’amore, delle precarietà emotivo-affettive accentuate dal tempo sempre più arido e privo di sicurezze che le ospita: il nostro. Lo sguardo disilluso del grande cineasta newyorchese, qui agente sottotraccia, ma per questo ancor più insinuante rispetto all’inequivocabile grigiore della cornice londinese, si palesa nei piccoli gesti di una commedia...CONTINUA...
Il bel titolo originale, Cassandra’s Dream (inutile dirvi che l’italiana “traduzione” Sogni e delitti, per quanto prossima al tema trattato, è assai più banale), ispirato a giusta ragione, vista la vicenda, all’omerica profetessa di sventure, è già di per sé un indizio per capire dove culmina il trittico di pellicole londinesi di Woody Allen. Non in un luogo fisico, o per lo meno non soltanto, visto che Londra si è rivelata scenario quanto mai suggestivo e verosimile per le opere in questione, ma in un luogo psichico, esistenziale. Come nel capostipite...CONTINUA...
Hannah e le sue sorelle, datato 1986, è il film che, ad oggi, ha incassato più di ogni altro all’interno della oramai sterminata filmografia alleniana. Partorita subito dopo due lungometraggi assai differenti, Broadway Danny Rose (1984) e La rosa purpurea del Cairo (1986), è un’opera corale che consente al regista newyorkese di misurarsi sugli amati registri “bergmaniani”, pur sposati con tocco più lieve e con meno simbolismi rispetto al passato. Hannah e le sue sorelle non è, difatti, un film bergmaniano a tutto tondo come...CONTINUA...
“Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire non si deve amare. Però allora si soffre di non amare, pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire e soffrire è soffrire. Essere felici è amare, allora essere felici è soffrire, ma soffrire ci rende infelici, pertanto per essere infelici si deve amare o amare e soffrire o soffrire per troppa felicità… io spero che tu abbia preso appunti”.
Dopo aver ottenuto la notorietà, all’inizio dei Settanta, con brillanti commedie dalle venature surreali (Il dittatore dello Stato Libero di Bananas, Tutto quello...CONTINUA...
Robert Altman, divenuto regista di fama internazionale con pellicole come M.A.S.H. (1970) e Nashville (1975), vide il suo cinema, comunque originale, trovare una serie di insuccessi lungo l’arco degli anni Ottanta, cui seguì un periodo di sostanziale silenzio artistico per lo più dovuto alla difficoltà di reperire produttori che ancora credessero nella sua arte. Nonostante queste difficoltà, e grazie al credito artistico maturato negli anni, all’inizio degli anni Novanta partorì un’opera di notevole spessore cui gratuitamente parteciparono...CONTINUA...
“La verità, come l’arte, è nell’occhio di chi guarda”.
Prima di tornare, con Potere assoluto, alle atmosfere in cui è stato solitamente più semplice inquadrarlo fino a tre quarti di carriera, l’ormai quasi settantenne Clint Eastwood si cimentò, nella seconda metà dei Novanta, nella riduzione cinematografica d’un romanzo (in Italia edito da Rizzoli) che negli States fu un vero e proprio bestseller. Una storia apparentemente inconsueta per le attitudini del regista americano, che qui si misura con temi che agiscono sottotraccia e che diventano, nelle sue esperte mani, strumenti...CONTINUA...
Dopo l’autoanalitico Stardust memories (1980) e prima del personalissimo Zelig (1983), Woody Allen dà vita a un'opera dai contorni fiabeschi, farseschi e sentimentali, dal titolo già di per sé assai emblematico. Commedia sexy in una notte di mezza estate si dipana attraverso immancabili citazioni e rimandi-omaggi letterari e cinematografici, dando modo al regista americano e ai suoi spettatori di interrogarsi sulle sfaccettate moltitudini dell’amore di coppia.
Siamo in estate, all’inizio del Novecento, nella campagna incontaminata ai margini di New York...CONTINUA...
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