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Bertolucci Bernardo
Leggere Il treno non si fermò a Kiev di Tito Barbini (I Libri di Mompracem - Betti Editrice, 2022) è un’esperienza autenticamente trasformativa. Grande viaggiatore e autore di reportage di viaggio da tutto il mondo – che avevo già conosciuto leggendo Il fabbricante di giocattoli (Arkadia Editore, 2021) –, con questo libro non ha solo...CONTINUA...
Ad Athos Magnani la vita ha teso dei colpi mancini.
Ben due.
Avere lo stesso nome del padre, eroe della Resistenza assassinato nei duri anni fascisti e per di più la stessa faccia sprezzante, di sfida al mondo. Il mondo, per il fu Magnani, ebbe gli angusti confini di Tara, una piccola (e immaginaria) cittadina emiliana, che il protagonista imparerà a conoscere, ma non ad accettare, esattamente come quel genitore che lo ha lasciato prima di nascere. Con l’enigma di una morte a cui dare un colpevole.
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Ad un anno di distanza dall’interessantissima opera prima, J’ai tué ma mére, che ha imposto Xavier Dolan, appena diciannovenne, all’attenzione del cinema internazionale, il giovane regista canadese realizza il suo secondo lungometraggio, Les Amours imaginaires, soffermandosi questa volta sul tema dell’amore in gioventù e sulle sue irrazionali, ossessive e controverse dinamiche, sui motivi del cambiamento che questo sentimento produce nelle vite ancora non del tutto strutturate di ragazzi che sono alla ricerca di sé e del loro essere...CONTINUA...
L’enfant prodige dell’attuale panorama cinematografico internazionale, Xavier Dolan, esordì dietro la macchina da presa a soli 19 anni, nel 2009, con una pellicola dalle tematiche forti – svelate in parte già dall’emblematico titolo: J’ai tué ma mére (“Ho ucciso mia madre) – e dichiaratamente autobiografiche. Il complicato e ambivalente rapporto con la madre (ripreso con diverse modalità in Mommy) e l’omosessualità dichiarata e rivendicata saranno in effetti argomenti ricorrenti, se non addirittura centrali, anche in opere successive...CONTINUA...
Dopo un film corale, dai toni epici e dalla lunghissima gestazione come Novecento (5 ore di durata, diviso in due atti, per le sale), Bernardo Bertolucci sente l’esigenza di lavorare ad una pellicola intimista e costruita su pochi e ben delineati personaggi. Ecco che nel 1979 esce La luna, opera controversa e simbolica già dal titolo, che rievocherebbe in qualche modo – a detta dello stesso Bertolucci – la primissima infanzia del regista e il suo rapporto con la madre. La luna fotografa, in effetti, il doloroso rapporto tra una madre e un figlio...CONTINUA...
Inizia con una figura d’operaio umile, timoroso sullo sfondo degli affreschi del ciclo “La leggenda della croce” nella chiesa di san Francesco ad Arezzo, la seconda raccolta poetica di Pier Paolo Pasolini dopo il trasferimento a Roma, che raccoglie testi scritti tra il 1955 e il 1960.
È un testo composito, formato da sezioni assai diverse nel contenuto e nella forma, che anch’essa riflette l’evolversi del pensiero dell’autore in questo periodo.
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