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Buñuel Luis
“Imperdonabile arrivare ai trent’anni senza aver visto una pellicola di Buñuel.”
Alla critica urticante di un accanito cinefilo, reagisco con risolutezza; devo sotterrare l’onta subita.
Il primo titolo del regista spagnolo che giunge alla mia attenzione è "Bella di giorno". Del film conosco solo la fama irriverente e scandalosa che accompagnò la sua uscita nelle sale.
Mi fiondo sull’adorata poltrona domestica, compagna di lunghe battaglie di proiezioni non stop, inforco l’occhiale da vista e, all’avvio del film, sono già un tutt’uno con lo schermo.
L’inizio è senz’altro destabilizzante...CONTINUA...
Il nuovo libro di Angelo Moscariello si occupa di un sottogenere cinematografico, quello dell’horror umoristico o film divertente di paura, che da un lato induce lo spettatore a gridare di terrore ma lo sa anche coccolare con qualche risata liberatoria e defaticante. Non che pure il grido di paura non sia liberatorio, come sostiene lo stesso autore del saggio. Infatti pare che il pubblico, che entra in sala allo scopo di provare tale sentimento invasivo e quasi doloroso, viva in realtà un’astratta escissione chirurgica, un’asportazione traumatica ch’è al tempo stesso purificatrice e lenitiva. Ecco...CONTINUA...
Parigi è considerata la città dell’arte per antonomasia, dagli americani amanti del Vecchio Continente, e forse non soltanto da loro. Parigi per costoro è il tempio dell’arte tout court: poesia, letteratura, pittura, musica, cinema, danza e tutte le contaminazioni immaginabili tra le arti sono possibili in questo luogo cantato, evocato, ritratto e descritto con dovizia di particolari, nel tempo, dagli artisti stessi che vi hanno soggiornato. Chiedere loro perché Parigi è così magica, unica, il simbolo dell’estetica e della bellezza, del fascino romantico, retrò e...CONTINUA...
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