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Couto Mia
In una recente intervista a El Pais Mia Couto ha parlato proprio di quel realismo magico che la critica ha spesso considerato peculiare di molta produzione letteraria dell’america latina. Nel caso dello scrittore mozambicano si tratta di letteratura lusofona, che nasce pur sempre dalla penisola iberica; ed è un dato di fatto che la sua opera ha avuto a che fare col cosiddetto realismo magico, sia che lo si intenda come una sorta di stile sia come corrente letteraria. Un magico che Couto sembra interpretare soprattutto nel senso di confronto e convivenza di innumerevoli culture e in misura minore...CONTINUA...
Di recente ho scoperto che nei paraggi c'è una nuova libreria. E' stata inaugurata poco prima dello scorso Natale. Un buon segno, mi dico, considerando la fase storica e le difficoltà che tante librerie stanno vivendo. La libraia è una mia vecchia conoscenza. Entro, faccio un giro e prenoto un libro: "Il dono del viandante" di Mia Couto. Passo a prenderlo qualche giorno più tardi e lo divoro in una serata. Non mi sorprende: Mia Couto conferma di essere uno degli scrittori migliori che conosca. In tutto ciò che scrive, inclusa questa raccolta di racconti, riesce ad iniettare magia, poesia, incanto...CONTINUA...
La guerra può avere una sua poetica? Evidentemente sì: Mia Couto fa poesia anche quando racconta paure, orrori, devastazioni, morte e violenza. "Terra sonnambula", il suo primo romanzo, è apparso nel 1992, l'anno in cui la lunga guerra civile in Mozambico ha avuto fine, ed è l’ennesima prova di talento letterario da parte dello scrittore in lingua portoghese.
"In quel luogo, la guerra aveva ucciso la strada. Lungo i sentieri, solo le iene si trascinavano, annusando ceneri e polvere. Il paesaggio si era imbastardito di sgomenti mai visti, con colori che impastavano la bocca. Erano colori sporchi...CONTINUA...
"Perle" è stato un gradito omaggio. Ricevuto, come alcune piacevoli sorprese, direttamente via e-mail, sotto forma di allegato e-pub, dalla Quarup, una casa editrice pescarese che, nonostante sia abruzzese come la sottoscritta, la sottoscritta non conosceva affatto.
Tornare a leggere Mia Couto, come avevo sospettato fin dal mio primo Couto (Veleni di Dio, medicine del diavolo, Voland, 2011), è stato esaltante e sorprendente. In sostanza: non mi aspettavo nulla di meno. E non posso che continuare a ribadire che questo scrittore è una delle scoperte più stuzzicanti...CONTINUA...
Un libro che sia un buon libro, a mio avviso, deve contenere una storia interessante ma deve anche essere stato scritto in maniera brillante, densa e seducente. Ecco, "Veleni di Dio, medicine del diavolo" è proprio così. Attrae ed affascina come tutti i buoni libri.
Di Mia Couto non avevo mai sentito parlare. Scopro che si tratta di uno dei migliori scrittori contemporanei in lingua portoghese. E' nato in Mozambico, una ex colonia africana del Portogallo, ed è per questo che, probabilmente, nel suo libro ha sapientemente iniettato un po' d'Europa e un po' di Africa attraverso frasi fulminee...CONTINUA...
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