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Mabanckou Alain
L'avevo intuito: dietro a "Memorie di un porcospino" c'è Pezzi di vetro. Stesso profluvio di parole, stessa assenza di interpunzione, stessa ironia e stesso dissacrante gusto per il grottesco. Per chi non lo sapesse, Pezzi di vetro è il protagonista del romanzo che ha dato grande notorietà ad Alain Mabanckou. Lumaca testarda, esecutore del testamento letterario di Pezzi di vetro nonché gestore del bar Credito a morte, al termine della lettura ci spiega che "Memorie di un porcospino" altro non è che un'opera postuma dell'ormai annegato Pezzi di vetro...CONTINUA...
Al principio fu "American psycho". E' il 1991 e Bret Easton Ellis, scrittore e sceneggiatore statunitense, mette a punto il personaggio di Patrick Bateman, un giovane colto, ambizioso e di talento che di notte si tramuta in un omicida senza controllo, capace di trasgressioni e violenze inaudite. Bateman è uno psicopatico perfetto, un assassino impeccabile, un "eroe" fatto e finito. Poi venne "African psycho". E' il 2003 e Alain Mabanckou inventa...CONTINUA...
Al termine del suo libro, Pezzi di vetro, e quindi Alain Mabanckou, "ringraziano tutti gli scrittori, registi e personaggi illustri che hanno prestato le loro parole e frasi per comporre questo libro straordinario". E di nomi di scrittori, registri e personaggi illustri ce ne sono almeno per un paio di pagine. Un nome accanto all'altro, in perfetto ordine alfabetico: da Roland Barthes a Mongo Beti, da Dino Buzzati a Pierre Cornaille, da Fëdor Dostoevskij ad Alfred Hitchcock, da Lenin a Ernesto Sabato, da Martin Page a Boris Vian. Ringraziamenti dovuti, sia chiaro. Il romanzo di Alain Mabanckou...CONTINUA...
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